13/01/14

METROPOLI ANNUNAKI



"Io crederei solo ad un Dio che sapesse danzare. E quando vidi il mio diavolo, lo trovai serio, esatto, profondo e solenne. Era lo spirito della gravità, per lui precipitano tutte le cose: non si uccide con l'ira, ma con il sorriso. Su, uccidiamo lo spirito di gravità! Ora sono leggero, ora volo, ora mi vedo sotto di me, ora è un Dio che si serve di me per danzare. Così parlò Zarathustra".

(Nietzsche, "Così Parlò Zarathustra") 
"Noi siamo l'incarnazione locale di un Cosmo cresciuto fino all'autocoscienza. Abbiamo incominciato a comprendere la nostra origine: siamo materia stellare che medita sulle stelle" (da Cosmo, Carl Sagan)


Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. Siamo noi. Su di esso, tutti quelli che amate, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di presuntuose religioni, ideologie e dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì su un granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria ed il trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un punto. Pensate alle crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odii. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.

La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora.
Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto." (da Pale Blue Dot, Carl Sagan)

COME FAI A PENSARE CHE SIAMO SOLI?
Secondo il punto di vista umano, non poteva assolutamente trattarsi di qualcosa di artificiale, visto che aveva le dimensioni di un mondo. Ma era conformato in maniera così strana e complicata, progettato in maniera così palese per un fine complesso che avrebbe potuto essere soltanto l'espressione di un'idea. Percorrendo un'orbita polare attorno alla grande stella azzurrina, somigliava a un immenso, imperfetto poliedro, incrostato di milioni di antenne paraboliche. Ogni paraboloide era puntato in direzione di un particolare settore del cielo. Veniva tenuta sotto controllo ogni costellazione. Il mondo poliedriforme stava compiendo la sua enigmatica funzione da eoni. Era assai paziente. Poteva permettersi di attendere per l'eternità.(Carl Sagan)


Nella Matrix Divina tutto è unito e ciò che avviene in ogni singola particella influenza la Matrix stessa.

Entanglement
In fisica quantistica la non-separabilità, ovvero la correlazione tra quantità fisiche a qualsiasi distanza, è definita dal termine “entanglement quantistico”, fenomeno in cui due o più particelle che si sono trovate in interazione reciproca per un certo periodo, anche se separate spazialmente, rimangono in qualche modo legate indissolubilmente (entangled), nel senso che quello che accade ad una di esse, si ripercuote istantaneamente anche sull’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa.Un esperimento fu condotto nel 1997 su due fotoni legati tra loro. Entrambi furono inseriti in una macchina speciale che aveva il compito di separarli fino ad una distanza di 14 miglia. Fu quindi riscontrato che le due particelle “entangled”, seppur a 14 miglia di distanza, continuavano ad agire come se fossero rimaste unite. Un altro esperimento che è stato condotto, è quello su due elettroni che orbitano nello strato più esterno di un atomo. Entrambi hanno la caratteristica di mantenere i loro spin sempre in direzione opposta. L’orientamento deve essere opposto per poter stare simultaneamente in quella stessa zona. Quello che è stato osservato, è che qualunque sia il valore dello spin assunto da uno dei due elettroni, il valore assunto dall’altra particella è sicuramente opposto al primo. E questo non accade solo quando i due elettroni sono vicini, ma accade qualunque sia la distanza tra loro. Esperimenti come questi diedero l’avvio allo studio del fenomeno dell’entanglement. Gli scienziati si chiesero se l’informazione viaggiasse infinitamente rapida, oppure in realtà i due elettroni fossero ancora connessi tra di loro. La risposta è, che è proprio il campo di energia che li mantiene collegati tra loro. Le particelle sono collegate tra loro, così come lo sono tutti gli elementi, tutti gli esseri del nostro universo. Alle origini, secondo la “teoria del Big Bang”, l’universo era una piccola particella di materia che sarebbe poi stata soggetta ad un’esplosione. Tale esplosione e vari cambiamenti subiti, lo hanno separato e modificato fino a renderlo come oggi lo vediamo. Secondo il fenomeno dell’entanglement, lo spazio è solo l’illusione che ogni particella sia separata da tutte le altre. Come per i due fotoni, tutte le particelle e tutti gli esseri, rimangono in connessione tra loro, grazie al campo energetico infinito. Questo tipo di fenomeni rende concreti e spiegabili aspetti come la telepatia e altre facoltà definite paranormali. Un tipico esempio di telepatia nel quotidiano, riguarda, ad esempio, la ricezione di una telefonata da parte di una persona che non vedevamo da tempo, ed alla quale stavamo pensando proprio in quel preciso istante, o l’inatteso incontro fisico con questa. Questi casi non  riguardano la casualità, come molti pensano, perché le due persone “entangled” sono in connessione e il pensiero di una influenza l’altra. Questi semplici esempi di fenomeni telepatici, si manifestano ovviamente con maggior frequenza nell’ambito degli affetti e dei forti vincoli familiari, ad esempio tra gemelli, moglie e marito, o in una forte amicizia. Questa particolare forma di telepatia, chiamata “Risonanza interpersonale”, sembra responsabile della possibilità di comunicare a distanza le emozioni. L’entanglement quantistico è alla base di tecnologie emergenti come i computers quantistici e la crittografia quantistica, e ha permesso esperimenti relativi al “teletrasporto quantistico”, su cui si appuntano le speranze di nuove tecnologie. Nel teletrasporto quantistico ciò che viene teletrasportato sono le “caratteristiche” (gli stati quantici) che contraddistinguono una singola particella, ad esempio un fotone (la particella fondamentale della luce). Nel 1997 due diversi gruppi di ricerca – uno diretto da “Anton Zeilinger” a Vienna, l’altro da “Francesco De Martini” a Roma – riuscirono a teletrasportare un singolo fotone. La non separabilità delle particelle subatomiche, può essere spiegata sulla base dell’idea che esistano diversi livelli nella realtà fisica e che, nel livello più profondo, siano le onde associate alle diverse particelle a legarle tra di loro in una fitta rete, in una sorta di interezza continua.


Donald Ware è una di quelle persone che non se ne stanno mai con le mani in mano. Nato a Richmond, Virginia, nel 1935 e cresciuto ad Arlington, ha conseguito un diploma di ingegneria meccanica nel 1957. Quindi ha lavorato come aviatore civile un anno, per poi entrare nell’Aeronautica militare U.S.A., dove ha pilotato caccia F-100 e F-105 per dieci anni in numerose missioni, anche in Vietnam. Ancora nell’esercito, ha ottenuto un secondo diploma in ingegneria nucleare e ha operato di conseguenza come scienziato, insegnante, direttore di test e capo dei programmi al quartier generale europeo dell’USAF. Congedatosi con il grado di colonnello nel 1982, Donald Ware, interessato al fenomeno UFO da quando ne avvistò alcuni in servizio, entrò nel MUFON, un’associazione privata statunitense di ricerca sul fenomeno, diventandone direttore regionale della Florida. Nonostante la formazione prettamente tecnica, mascella quadrata e "aplomb" da militare di carriera con molte campagne sulle spalle, Ware dimostra un approccio fortemente spirituale al problema e si dice convinto della validità della telepatia come sistema di comunicazione. In effetti, il fenomeno dei presunti contatti telepatici da parte di entità ET è talmente vasto da rendere quasi impossibile determinare se la persona che ci si trova davanti si stia inventando tutto o dica qualcosa di sensato. Ragione per cui molti ricercatori UFO hanno ben presto scartato questo tipo di pista. Ma Donald Ware si dice sicuro del fatto suo. "Temo che molte persone non comprendano che il più normale mezzo di comunicazione tra esseri di intelligenza superiore è la telepatia. La comunicazione tramite l’invio diretto di pensieri da parte aliena accade a molti esseri umani, specialmente se in uno stato alterato di coscienza".
Nell’affrontare caso per caso, Ware si avvale di un solido approccio scientifico e non disdegna l’impiego di apparecchiature estremamente sofisticate. Eppure, secondo lui, scienza e spiritualità sono come due facce di una stessa medaglia, che i nostri scienziati si ostinano a dividere. "Un uomo non può vivere se viene tagliato in due… così fanno gli scienziati. Hanno separato il corpo fisico dell’uomo dal suo spirito…". Questo è solo parte di uno dei 14 messaggi che in vari anni sono giunti a Donald Ware, da parte di telepatici che li avrebbero recepiti dagli ET e recapitati a lui, in quanto nei messaggi il suo nome veniva espressamente menzionato.
"Io accetto l’idea di due aspetti nell’Universo, uno fisico e uno non-fisico - afferma Ware - Il nostro spirito rappresenta l’aspetto non-fisico. D’altronde, noi umani siamo esseri spirituali. Anche gli alieni a bordo degli UFO hanno un’anima, tranne quando si tratta di androidi. Così, nel mondo spirituale noi siamo connessi con gli alieni".

ACCERTARE IL CONTATTO
Il nuovo tipo di approccio di Ware non è privo di fondamento. In diversi casi da lui studiati, infatti, all’iniziale contatto telepatico, prima o poi fa seguito un contatto reale, anche traumatico. "Katharina Wilson era una delle circa 20 persone che si rivolsero al MUFON per un aiuto. Ognuna di loro aveva avuto esperienze di contatto con alieni. - racconta Ware - La regressione ipnotica effettuata dal professore Dan Overlade rivelò che gli alieni avevano inserito un impianto in una narice di Katharina. Visto che la maggior parte degli impianti alieni non viene rivelata dai raggi X, decidemmo di usare analisi a risonanza magnetica". Ma pochi giorni prima del test, a Katharina sarebbe stato comunicato telepaticamente dagli alieni che avrebbe dovuto interrompere questi studi sul suo impianto e che erano a conoscenza di qualsiasi cosa le fosse accaduta. Ciò nonostante, la donna decise di andare avanti. Ma prima che potessero concludere gli studi, una notte Katharina si svegliò di colpo, provando l’impulso di uscire in giardino. Fece un giro attorno a casa ed incontrò cinque alieni di tipo "grigio" che le dissero nuovamente per via telepatica di fermare le indagini. Lei accettò. "Dato l’incontro con gli alieni, decidemmo di sospendere le indagini sull’impianto. D’altronde, se lo avessimo rimosso forse avremmo potuto provocare seri danni a Katharina, fisici e mentali". Molti messaggi ricevuti da alcuni contattati in questi anni parlerebbero di argomenti di notevole spessore, troppo, secondo Donald Ware, perché vengano scartati a priori. "È come con un libro - dice - alcuni messaggi sono pieni di saggezza e hanno un senso, altri sono immondizia. Sta a te scegliere cosa sia valido, in piena libertà". Tra questi messaggi, diversi proverrebbero da un essere alieno che si definisce semplicemente "il Capitano", sempre pronto a fornire informazioni interessanti. "Come voi sapete bene - dice il Capitano - norme severe della nostra Federazione ci impongono di non rivelare troppo. Comunque, posso darvi dei suggerimenti o farvi notare alcuni punti degni di attenzione. Ad esempio, spesso vi domandate se gli alieni siano buoni o cattivi. Immaginate allora che il primo ET che arrivi sulla Terra incontri Gheddafi. L’ET penserà che siete tutti come lui. Vorreste essere inclusi nella stessa categoria di quest’uomo solo perché avete una struttura fisica simile? Io penso di no. E se la prima persona incontrata dall’ET fosse Ghandi? Dovrebbe giungere alla conclusione che voi umani siete tutti quieti e pacifici, rispettosi della vita? Questo dovrebbe rendere l’idea di quanto fallace sia la vostra intenzione di catalogare tutti gli alieni come buoni o cattivi". Alcuni contatti telepatici hanno preconizzato con esattezza luogo e ora di avvistamenti. È quanto è capitato al fisico ottico Bruce Maccabee e ad altri scienziati nell’Agosto del 1992 a Pensacola, in Florida. Delle luci erano state avvistate nel cielo per giorni e avevano smesso di farsi vedere il 4 luglio, festa dell’Indipendenza, poco prima dei classici fuochi d’artificio. Donald Ware chiese ad una donna che fungeva da tramite telepatico, Yvonne Cole, di domandare perché si fossero fermati. "Non ci siamo fermati - avrebbero risposto gli alieni tramite la donna - stiamo effettuando regolarmente le nostre missioni, ma ci siamo occultati per proteggerci dagli occhi indiscreti di chi non ha buone intenzioni verso di noi. Anche noi non siamo privi di nemici e non tutti di forma umana. Ritorneremo presto visibili, con vostra sorpresa, al ponte". La notte dopo, il 7 Agosto, Bruce Maccabee con alcuni inquirenti UFO si trovava in una spiaggia di Pensacola. Una sfera di luce blu e bianca discese verso la spiaggia, sino a sfiorare quasi la testa di uno degli astanti. Lampeggiava ad intermittenza, cambiava direzione ed emetteva radioonde che gli scienziati presenti furono in grado di registrare. La stessa notte, simili sfere di luce furono viste in casa di Vicky Lions, anch’ella appartenente al team di ricerca. Si rileva dunque una certa precisione nei messaggi telepatici di alcuni "contattati".
È anche il caso di una bambina di nove anni che, prima di andare a letto, mediante scrittura automatica disegnava strani segni, identici a quelli rinvenuti poi anni dopo nel luogo dell’atterraggio di un UFO, a Brooksville.

UN NUOVO CONCETTO DI REALTÀ UNIVERSALE
Diversi messaggi, per quanto solamente presunti, riguardano argomenti che chiamano in causa l’evoluzione della Terra ed il suo approcciarsi ad un passaggio evolutivo fondamentale, dalla terza alla quarta dimensione. "L’attuale trasformazione del pianeta rispecchia un grande passo nell’evoluzione del sistema solare - dice Ware - una trasformazione che segnerà la fine di un’era di un certo tipo di esperienza umana e l’avvento di un’era di pace e amore, in cui ci abitueremo ad essere abitanti del cosmo con vicini di altri pianeti". Parole strane per un coriaceo veterano del Vietnam, laureato in ingegneria nucleare e meccanica. Eppure Donald Ware ha dalla sua anni di ricerche ed un nutrito palmares di esperienze che non è difficile giudicare incredibili. "La fenomenologia degli incontri con alieni sembra essere magica. Ma quando uno scienziato continua a ricevere dati tanto difformi dal suo concetto di realtà, allora è tempo di sviluppare un nuovo concetto di realtà". Secondo Ware ci sono vari tipi di contatto telepatico. Uno verrebbe ottenuto in uno stato di semiveglia, una trance leggera dove il "contattato" pone domande e riceve risposta quasi simultaneamente. Yvonne Cole, dopo aver avuto per tre anni simili contatti telepatici, fu protagonista di un incontro notturno con questi esseri, di tipo "grigio". Non ne avrebbe derivato una sensazione traumatica o di paura, tutt’altro. Li abbracciò, li prese per mano invitandoli a visitare la sua abitazione con la gentilezza riservata a qualsiasi ospite gradito. Nei suoi contatti telepatici Yvonne sarebbe stata inoltre informata di essere stata un ibrido umano-alieno nella sua ultima incarnazione. Ecco spiegata la sua tranquillità e familiarità con gli alieni. Va da sé che tali argomentazioni possano apparire più consone a un contesto buddhista-tibetano, piuttosto che ufologico. Tuttavia le persone che sembrano in contatto telepatico con gli ET non palesano pregiudizi deontologici in materia, né cercano di porre dei limiti tra la fine di una competenza fenomenologica e un’altra, quando non c’è ragione di porli. Quanto credito dunque dobbiamo conferire alle ragioni di Donald Ware in merito alla valenza dei contatti telepatici? Difficile dirlo. Ma le sue parole hanno il sapore del buon senso e anche se forse noi non potremo mai contare sulla sua incrollabile certezza nelle fonti telepatiche, possiamo comunque condividerne la filosofia di vita. "Tutto nell’Universo si evolve, che sia una galassia, un sistema solare, un pianeta o una persona. Nel fare male a qualsiasi parte dell’Universo, ne influenziamo negativamente l’evoluzione. E quando inquiniamo l’acqua, uccidiamo gli animali, disboschiamo le foreste o avveleniamo i nostri polmoni con il fumo, noi danneggiamo Dio".
L'universo era stato creato intenzionalmente, diceva il cerchio. In qualunque galassia ci si trovi, si prende la circonferenza di un cerchio, la si divide per il suo diametro, si fa un calcolo abbastanza accurato e si scopre un miracolo: un altro cerchio, disegnato chilometri più in giù della virgola decimale. Proseguendo, ci sarebbero stati messaggi più ricchi. Non importa l'aspetto che si ha, o di che cosa si è fatti o da dove si proviene. Finché si vive in questo universo, e si possiede un modesto talento per la matematica, prima o poi la si troverà. È già qui. È all'interno di tutto. Non si è obbligati a lasciare il proprio pianeta per trovarla. Nella struttura dello spazio e nella natura della materia, come in una grande opera d'arte, c'è, scritta in piccolo, la firma dell'artista. Sopravanzando gli uomini, gli dei e i demoni, includendo i Guardiani e i Costruttori dei tunnel, c'è un'intelligenza che precede l'universo.
Il cerchio si era chiuso.
Ellie aveva trovato ciò che era andata cercando. (Carl Sagan)
In una società impregnata di tecnologia come la nostra, ma sempre più assediata da nuovi profeti, impeti di irrazionalità e falsa ricerca del meraviglioso, allontanarsi dalla scienza o permettere che venga demonizzata, significa in realtà consegnarci ai veri demoni: l'irrazionalità, la superstizione, il pregiudizio, ed entrare in un'epoca di nuovo oscurantismo.
In assenza di prove fisiche, la scienza non ammette spiriti, anime, angeli, diavoli o corpi di dharma del Buddha. O visitatori provenienti da altri mondi. 

Metropoli Annunaki? - Una città di 200.000 anni fa


La gente le ha notate prima ma nessuno riusciva a ricordare chi le avesse edificate e per quale motivo.Fino a poco tempo fa,nessuno sapeva quante ne fossero;erano dappertutto,non migliaia ma centinaia di migliaia di loro!La storia che raccontano è la storia più importante dell'umanità.
Qualcosa di sorprendente è stato scoperto in una zona dell'Africa meridionale,a circa 150 chilometri verso l'interno,a ovest del porto di Maputo.Questi sono i resti di una grande metropoli che e' stata stimata essere di circa 1500 chilometri quadrati.Fa parte di una comunità ancora più grande di circa 10.000 chilometri quadrati e sembra essere stata costruita tra i 160.000 a 200.000 anni prima di Cristo!L'immagine in alto è una vista ravvicinata di poche centinaia di metri dal paesaggio assunto con google-earth.
La regione è remota e strutture circolari in pietra appaiono spesso di fronte agli agricoltori locali che ne attribuivano le origini ad alcuni popoli indigeni in passato,ma stranamente,nessuno si è preoccupato di chiedere quale popolo le avesse erette o quanti anni avessero.La situazione è cambiata quando il ricercatore e autore Michael Tellinger, ha collaborato con Johan Heine,un vigile del fuoco locale e pilota che aveva sorvolato la regione per anni osservando le rovine.Heine aveva il vantaggio unico di vedere il numero e la portata di queste strane fondazioni in pietra e sapeva che la sua importanza era stata sottovalutata per centinaia di anni.
"Quando Johan mi ha fatto conoscere le antiche rovine di pietra dell'Africa australe, non avevo idea delle incredibili scoperte fatte in un anno o due e le fotografie dei manufatti e le prove che si sono accumulate, senza dubbio testimoniano una civiltà al di sopra di tutte le altre,non da poche centinaia di anni o qualche migliaio di anni ma molte migliaia di anni e questi risultati sono così sorprendenti che non vengono accettati facilmente dalla corrente storica di pensiero  poiche' richiederà un completo spostamento del paradigma nel modo in cui vediamo la nostra storia - "Tellinger.

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