12/02/12

Stalker (Andrej Tarkovskij)

Stalker 
di Andrej Tarkovskij (1979) 
Stalker è la guida che, violando l'isolamento imposto dalle forse dell'ordine, accompagna uno scrittore e uno scienziato in una zona evacuata; il loro viaggio attraverso le rovine magico-tecnologiche procede con estrema cautela, poichè la guida sostiene che il terreno è cosparso di trappole invisibili; i suoi clienti si irritano e disubbidiscono alle sue raccomandazioni; la guida sostiene che una stanza consente di realizzare ogni desiderio, ma sia lo scienziato sia lo scrittore rifiutano di entrarvi, minacciano di far saltare in aria l'edificio e lo accusano di speculare sulla credulità altrui; al ritorno la guida si corica sconsolato accanto alla moglie, mentre la figlia invalida muove in silenzio degli oggetti con la mente. Una zona colpita da un meteorite e` stata chiusa al pubblico con un cordone di polizia. Gli unici che sanno come entrare nella Zona sono gli "stalker". Uno di questi stalker viene assoldato da uno scrittore e uno scienziato che vogliono recarvisi. Lo stalker e` un uomo fiducioso nell'umanita` che crede nei poteri soprannaturali della Zona, ed e` disposto a rischiare ogni volta la vita pur di portarci altre anime. Vive in una stamberga in compagnia della moglie e di una figlia paralizzata alle gambe ma dotata di poteri extrasensoriali. Lo scrittore e lo scienziato sono invece intellettuali cinici. Si incontrano in un bar e si mettono in moto su una jeep attraverso un paesaggio desolato. La ragione per cui la gente assolda gli stalker e` che nella Zona c'e` una stanza di cui si dice che tutti i desideri si avverino. La scoperse un tale Porcupine, che poi divenne enormemente ricco, ma si impicco` poco dopo la morte del fratello. Il viaggio e` pieno di insidie. 
La Zona e` un cumulo di rovine sommerse da erba e arbusti. Il tragitto viene seguito con la fotografia allucinata di Tarkovsky, che spesso indulge in minimi dettagli per diversi secondi. I tre uomini, dopo aver passato un posto di polizia, sono completamente soli nelle macerie, avanzano dentro tubi di fognatura e per putridi locali. La Zona e` un labirinto di trappole. Lo stalker ha rispetto per la Zona e avanza con circospezione, mentre gli altri due lo seguono un po' scettici e indifferenti. Lo scrittore vuole trovare l'ispirazione per rinverdire la sua fama e lo scienziato vuole trovare la scoperta che gli valga riconoscimenti internazionali. A un certo punto sorteggiano chi debba andare avanti e lo stalker fa in modo che perda lo scrittore. Lo stalker crede davvero che la Zona sia un miracolo che potrebbe rendere piu` felice l'umanita`, ma lo scienziato vede invece il pericolo che venga usata da malintenzionati per far avverare i desideri piu` crudeli e lo scrittore si rende conto che Porcupine non uso` la stanza per salvare il fratello in quanto la morte del fratello era uno dei desideri, piu` o meno inconsci, che espresse in quella stanza. 
Lo scienziato ha capito di trovarsi in un bunker da cui un collega lo ha sempre tenuto lontano. Approfitta di un telefono per dirgli di averlo trovato. Il collega lo accusa di essere semplicemente invidioso e vendicativo, e lo mette in guardia dalle conseguenze. Lo scienziato trova una bomba e, nonostante la strenua opposizione dello stalker, decide di far saltare in aria la stanza. Ma alla fine la getta in acqua. 
Lo scienziato e lo scrittore non entrano nella stanza magica perche' sono bloccati dalla loro razionalita`: o i poteri miracolosi della stanza sono una pura invenzione degli stalker per i creduloni che sono disposti a pagarli, oppure esistono davvero ma allora sono pericolosi, perche' non si sa quali desideri reconditi uno nasconda nel proprio subconscio. In entrambi i casi e` meglio non entrare. Tornati a casa, nello stesso bar da cui erano partiti, lo stalker riabbraccia moglie e figlia. Lo stalker si dispera, confortato dalla moglie, perche' gli intellettuali non credono piu` in nulla e non sono grati della sua opera umanitaria. Nessuno ha piu` bisogno di quella stanza, perche' nessuno crede piu`. Lo stalker gioca il ruolo di Virgilio nella Divina Commedia. I Dante sono due, in rappresentanza di scienza e umanita`. A differenza di Dante, che lungo la via acquista la fede, loro non riusciranno mai ad arrivare al paradiso. Torneranno a riveder le stelle, ma senza aver acquisito nulla di nuovo dall'esperienza. Il racconto picaresco si svolge in ambienti diroccati, laghi di detriti, ombre, rumori sgradevoli. Sono pellegrini alla ricerca della felicita`, che seguono un profeta che non si sa se stia improvvisando di volta in volta o se davvero sappia dove andare. Gran parte del significato del film e` contenuto nelle sue immagini lambiccate, nei suoi lentissimi primi piani, nelle sue nature morte. La desolazione e` la suspence. Il film e` un lungo delirio di suspence. I dialoghi sono piu` che altro insieme di monologhi shakespeariani e l'azione senza azione assomiglia a quella di Beckett.
Il percorso iniziatico che conduce alla zona oscura della coscienza (il mare di Solaris) non è sufficiente a far regredire lo scrittore e lo scienziato allo stato di innocente incoscienza.
I due intellettuali non trovano il coraggio di compiere l'ultimo passo: soltanto i semplici (come la ragazza) possiedono ancora la forza della fede e lo stalker forse si è davvero inventato tutto, i pericoli, le trappole, i fantasmi e persino la fantomatica stanza, ma l'importante è che egli creda nell'esistenza di questa fonte di miracoli.
Un'altra parabola del misticismo umanistico di Tarkovkij sul potere miracoloso della fede, un'altra inquietante favola fantascientifica (quale forza misteriosa ha inquinato la zona proibita, di chi è emissario lo stalker, a quale entità è asservita la piccola lievitatrice?), un altro apologo sulla paura dell'ignoto, ma anche sulla paura di scoprire la verità sull'ignoto; un'altra dura riflessione sul ruolo dell'artista e del politico, che qui escono sconfitti l'uno dal non aver voluto conoscere la verità, l'altro dall'averla recintata con il filo spinato.
daScaruffi grazie
Stalker si articola esattamente su uno schema di incertezza. Lo spazio è prima di tutto pericoloso. Lo Stalker non smette di ricordarlo ai suoi compagni: la Zona uccide, o lo può ancora fare. Tornare indietro è impossibile perché il rischio è la morte (lo scienziato ne uscirà solo per miracolo), le tappe sono ritmate dalle prove (il tunnel, il "tagliere"), e gli sguardi si presentano spaventosi quanto spaventati. Tuttavia, parallelamente al tempo che egli taglia senza donare altri riferimenti, a parte la forma stessa della risalita verso l'origine, Tarkovskij non fornisce qui nessuna esplicitazione sui pericoli di questo spazio. Il turbamento non è che riflesso dell'anima sullo spazio: i pericoli non sono in definitiva che le proiezioni personali dei personaggi a contatto con i luoghi che attraversano. I tre uomini misurano uno spazio composto in primo luogo dalle loro ossessioni. Il "tagliere" è una variante spaziale del male (il rifiuto di credere) che anima i perlustratori. Tarkowskij ha sempre desiderato fondere insieme spazio mentale e topografia; la sua Zona non è che una Zona interiore.
(Antoine De Beaque, 1989)
Il film che fa capire che il Cinema è Arte cristallina, probabilmente il film che mi ha più (in)segnato:
"Che si avverino i loro desideri - dice in riferimento ai due compagni di viaggio - che possano crederci e che possano ridere delle loro passioni. Infatti ciò che chiamiamo passione non è energia spirituale ma solo attrito tra l'animo e il mondo esterno; e sopratutto che possano credere in se stessi e che diventino indifesi come bambini; perchè la debolezza è potenza e la forza...è niente.
Quando l'uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido; così come l'albero mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco muore.
Rigidità e forza sono compagni della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza.
Ciò che si è irrigidito non vincerà."

(dal film)

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