12/02/12

Mistero

Castel del Monte
Un'opera d'arte di pietra voluta nel Medioevo dal re Federico II. Un castello tutto speciale che pare racchiudere tutto il sapere dell'uomo e dei suoi avi.
Una costruzione medioevale di forma ottagonale ed in cui il numero otto fa capolino in tutti i suoi particolari: una delle tante prove di come quest'opera fosse impregnata di numerologia, esoterismo, cabala e misticismo.
E' stato edificato per un motivo che non conosciamo. Perchè? Qual era la sua funzione? Non esiste nessun documento che risponda a questa domanda. Il luogo è stato sempre coperto da un profondo segreto e molti studi, per questa ragione, sono stati fatti per trovare una motivazione, una giustificazione per questo straordinario edificio. Ovunque è possibile trovare ogni sorta di studio sul complesso, coinvolgendo equinozi, solstizi, linee immaginarie che lo congiungono con le piramidi, assi terrestri, inclinazioni con il cielo, latitudini e longitudini, altezze e lunghezze, è stato sezionato, ridisegnato, calcolato in rapporto con ogni altro luogo misterioso della terra.
Il martello della Femina Agabbadora
Nella camera da letto al primo piano si trova un oggetto incredibile, l'ultimo ad oggi rimasto in tutta la regione, fatto che rende il museo unico in Sardegna. Sul letto della fine dell’800, impreziosito da testate di ferro battuto, è presente un sacchetto nero di velluto che contiene il martello della "Femina Agabbadora". Occorre sciogliere il nodo lentamente e con cura, perchè ciò che viene estratto non solo porta in sè un importante peso fisico, ma anche morale. Il martello molto pesante è di legno stagionato d’olivastro lungo 42 centimetri e largo 24 con manico corto che permette di impugnarlo con sicurezza per facilitarne la mira affinchè si potesse dare un colpo forte e sicuro.
A prima vista potrebbe sembrare un normalissimo utensile, ma così non è perché veniva usato dalle “Femine Agabbadore”, donne che avevano il compito di “finire” un malato terminale, attivando così una sorta di antica eutanasia. La donna veniva chiamata dalla stessa famiglia dello sventuarato, ma solo quando risultava inguaribile e in preda a sofferenze atroci. Era un'oscura donna, a volte residente nello stesso paese, che si occupava di questa macabra pratica, mestiere considerato “positivo” perché sapeva portare il “sollievo”, laddove medico e preghiere fallivano miseramente. Erano vestite di nero e indossavano un mantello, una macabra coincidenza le fa "somigliare" alla Morte, e quando ne vedevi una, in effetti qualcuno doveva morire.
Gli ultimi episodi sono più recenti di quanto si pensi, uno risale al 1952 a Orgosolo e uno proprio a Luras nel 1929. Curioso il verbale stilato dai carabinieri sull'ultima "eutanasia" in cui si giustifica la morte del malato con il fatto che “i familiari ne hanno dato il consenso”.
Vi era un preciso rituale da seguire quando una famiglia con un malato grave prendeva la terribile decisione di chiamare la Femina Agabbadora.
In primo luogo veniva posto sotto il cuscino un piccolo giogo per tre giorni e tre notti. Era il primo passo del rituale ”magico” con il quale si spingeva il moribondo a “tornare alla vita”, visto che l'esistenza di ogni essere umano era incentrato sul lavoro dei campi.
Se il malato continuava a soffrire allora si procedeva con una confessione in famiglia, l’AMMENTU, gli si rammentavano all'orecchio i propri peccati (anche quelli dimenticati!) per pentirsene prima dell’ultimo respiro. Capitava che o il malcapitato moriva sotto il peso psicologico di questi ricordi negativi, ma capitava a volte che si riprendeva per il timore di finire all’inferno e per la voglia di rivalsa. Si ritornava in sè per una sorta di desiderio di espiazione e per rincorrere una seconda possibilità. E a volte funzionava!
Se non si osservavano miglioramenti, allora si tentava di innescare una forte reazione fisica, si avvolgeva il moribondo in un panno di acqua gelata tenendolo dentro ad una botte, tentando così in extremis di calmare il bollore della febbre, ma ciò facendo capitava spesso che veniva ucciso da una broncopolmonite fulminante! 
Insomma laddove magia, psicologia e attacco fisico non funzionavano si doveva ricorrere all’atto finale e, dopo un'importante riunione di famiglia, si decideva di convocare a malincuore l’Agabbadora. In effetti era come chiamare la Morte in persona, arrivava di notte, avvolta in un mantello nero, solo che in mano aveva il martello al posto della falce. Appoggiava lo strumento sul davanzale del malato, ma entrava dalla porta principale annunciandosi con la frase “che Dio sia qui”. Veniva accompagnata nella camera del malato, per indicare che era un volere di tutti, faceva il segno della croce e li congedava chiudendosi all'interno. Dopo aver compiuto il “suo dovere” avrebbe richiamato i parenti e avrebbe pianto il trapassato insieme a loro. Un' eutanasia di tutto rispetto, con tutte le sue regole e il suo galateo.
La figura della Femina Agabbadora è avvolta nell'oscurità in Sardegna, pochi ne parlano nonostante siano stati scritti dei libri. Era un mestiere duro ma necessario per una famiglia spesso povera, che lavorava intensamente per il proprio sostegno, una persona in fin di vita poteva solo portare grossi disagi e sofferenze.
Una selezione naturale "aiutata" da un'organizzazione sociale che permetteva di salutare la propria persona cara, per rivederla nell'altro mondo guarita e in piena salute. Un rapporto con la morte strano, forse macabro e spaventoso, ma sicuramente più rassicurante e migliore del nostro, perchè per loro la Signora Morte era quasi "una di famiglia"...
da qui grazie
IL POZZO SACRO DI SANTA CRISTINA
Nell' agro del comune di Paulilatino, che probabilmente prende nome dalla palude di "Paludis e Latere" prosciugata nel 1827, a pochi chilometri da Bauladu, Ghilarza e Abbasanta, si trovano numerosissime testimonianze di età nuragica e prenuragica; circa 100 nuraghi, per citarne alcuni tra i più famosi Lugherras, Atzara, Battizzones, Nussiu, Oschina; tombe dei giganti: Goronna, Mura Cuada, Perdu Pes, Pardulette, Vidili Piras; Il bellissimo nuraghe con villaggio di Santa Cristina con l'omonimo templio a pozzo, quest'ultimo , composto da conci lavorati alla martellina, è uno degli esempi di architettura più belli della Sardegna, allineato astronomicamente con l'astro di Diana.
Nella situazione attuale, ovvero dopo il restauro, se non si prende in considerazione che in effetti poteva esistere una struttura di copertura del pozzo stesso, alcuni astrologi hanno affermato che ogni 18 anni e 6 mesi, alla fine di Dicembre / inizio Gennaio, la luna si specchia sul fondo del pozzo passando per il foro che sovrasta la tholos.
In origine, quando l'asse terrestre era inclinato in modo che in Sardegna fosse ancora visibile Rigel Kent, il famoso piede del centauro (Rigil o Alfa Centauri, la stella più vicina alla terra), durante gli ecquinozi di primavera e d'autunno, il sole illuminava il fondo del pozzo grazie all' orientamento astronomico della gradinata.
Gli elementi litici, che compongono il monumento isodomo, grazie alla loro inclinazione, sono posti in modo tale da formare dei filari concentrici aggettanti, che rispettano le leggi della distribuzione del peso applicata al triangolo.
Nell basamento cilindrico, dove poggia la tholos, ogni elemento rientra rispetto al precedente della stessa distanza che sporge dall'asse.
Dal decimo filare a salire rientrano della stessa distanza dal basamento ma aumentano esponenzialmente.
Dal quindicesimo filare rastremano fino ad essere perpendicolari al livello dell'acqua dando in sezione forma di bottiglia.
da qui grazie
Edward Leedskalnin



A poco meno di 50 km da Miami, proseguendo verso sud per l’Autostrada 1 in Florida, si può giungere a Homestead, una piccola cittadina nel cuore dello stato. In questo paese si trova uno dei più bizzarri ed incredibili edifici costruiti dall’uomo: il Coral Castle. Di primo acchito la struttura in sé non rivela nulla di incredibile; alcuni in essa vedono importanti reperti storici provenienti da ere ormai dimenticate e costruiti da antiche popolazioni per antichi culti, altri invece vedono una specie di bizzarra costruzione postmoderna “sfogo”  di qualche eccentrico architetto. Entrambe le considerazioni invece risultano errate. La struttura ha visto la luce nei primi anni del novecento e l’artefice dell’edificio è un unico minuto grande genio; il suo nome è Edward Leedskalnin. Egli, con la sola forza delle sue braccia e con l’ausilio di pochi rudimentali attrezzi come carrucole, corde, martelli e scalpelli ha estratto e scolpito più di 1.100 tonnellate di roccia corallina. Ancora nessuno tra scienziati ed ingegneri che hanno studiato e tuttora studiano il Coral Castle è riuscito a dare una spiegazione fisica sul metodo di costruzione usato da Leedskalnin; l’unica affermazione sul metodo di costruzione proviene dal costruttore stesso il quale affermò: “Ho scoperto i segreti delle piramidi. Ho trovato come gli egizi e gli antichi costruttori in Perù, Yucatan e Asia, unicamente con attrezzi primitivi, trasportarono ed eressero blocchi di pietra pesanti parecchie tonnellate.”
Una delle sculture più importanti e degne di nota è lo stesso portale di accesso alla struttura: il “Nine ton Gate”. Esso è costituito da un unico blocco di pietra corallina largo 2 metri, alto 2 metri e 30 cm, profondo circa mezzo metro e dal peso approssimativo di appunto 9 tonnellate. Questo incredibile monolito dista dalle pareti del castello esattamente 6 mm da ambo i lati. Molti ingegneri e scienziati si sono recati sul luogo per cercare di capire come Ed abbia potuto trovare il baricentro esatto dell’enorme blocco di pietra. Esso è talmente ben equilibrato nel suo asse che anche un bimbo lo avrebbe potuto aprire con la semplice pressione del suo dito. Dico “avrebbe” perché oggi non è più cosi. Nel 1986 infatti, un gruppo di ingegneri e di scienziati rimossero il portale per compiere degli studi su di esso. Per rimuoverlo furono utilizzati 6 uomini ed una gru da 50 t. Una volta rimosso il portale fu scoperto che Ed centrò e bilanciò il pezzo di roccia da 9 t perforando perfettamente dall’alto al basso i 2,30 m di portale facendo passare attraverso di esso un’asta di ferro che poggiava su di un vecchio cuscinetto di un camion. In questo modo il portale poteva aprirsi ruotando sul proprio asse. Oggi solo un perforatore ad alta velocità laser-controllato potrebbe fare lo stesso lavoro.
Il Portale, equipaggiato con i nuovi cuscinetti, con l’albero sostituito, nuova lubrificazione ed una rilegatura dei pezzi di pietra con un adesivo particolare, fu rimesso al suo posto il 23 luglio 1986. Il risultato fu un duro colpo per i ricercatori e per i gestori del castello: il monolito non era più perfettamente equilibrato e perse definitivamente la sua capacità di ruotare anche per ore con una semplice spinta.
  


Giunti all’interno del castello si può notare, sulla destra, un’imponente torre quadrata provvista di scalini esterni che portano all’unico ingresso della torre posto quasi alla sommità di essa. All’interno della torre si può vedere l’abitazione vera e propria di Leedskalnin. Al centro della stanza è collocata una branda di cuoio e tutto attorno, per terra e appesi alle pareti, si possono trovare utensili da lavoro come martelli, scalpelli, corde ecc… Questa enorme struttura è composta da circa 243 tonnellate di roccia intagliata in giganteschi blocchi di pietra corallina pesanti dalle 4  alle 9 tonnellate ciascuno. Solo il tetto della torre è costituito di una trentina di blocchi ognuno da una tonnellata. Lampade ad olio e pozzi d’acqua fresca fornivano tutto il necessario per vivere in questa straordinaria struttura. Scendendo dalla torre, tornando al cortile, si può notare un piccolo altare che poggia sulla parete a sud. Esso è costituito da due blocchi di pietra corallina e il suo significato è tuttora un mistero.
Volgendo lo sguardo verso il vasto cortile si possono notare alcune sedie scolpite nella roccia. Ma una in particolare giunge immediatamente allo sguardo: si tratta di una enorme sedia a dondolo dal peso di una tonnellata. Ed scolpì la sedia su di un enorme blocco di pietra sotto il quale applicò due assi di roccia a cui diede una forma ricurva. Anche se l’intero risultato potrebbe sembrare decisamente scomodo, in realtà è incredibilmente equilibrato e riposante.
Accanto ad essa si possono trovare alcune sedie non a dondolo che assomigliano ad un salottino orientato al sole del mattino e a mezzogiorno. Ma queste strutture non sono le uniche ad avere un orientamento ed un significato celeste.
Osservando meglio il castello infatti si possono notare molte sculture rappresentanti lune, soli e pianeti del sistema solare tutti orientati a precise fenomenologie planetarie. Inoltre, accanto alle mura del castello, si può ammirare un enorme monolito alto 7,5 metri e dal peso di 30 tonnellate. Quasi alla sommità dell’enorme blocco di pietra si trova un foro che lo trapassa da parte a parte e all’interno del suddetto foro si possono intravedere due aste di ferro che si incrociano perfettamente al centro di esso quasi a rappresentare un mirino. Questo “mirino” centra esattamente la stella polare.
Questo rudimentale utensile astronomico chiamato appunto “Polaris Telescope” aiutò Ed a tracciare un diagramma raffigurante il percorso della Terra attorno al Sole e gli permise di costruire una meridiana molto precisa.
Essa è perfettamente calibrata al solstizio d’inverno e al solstizio d’estate rispettivamente il 21 dicembre e il 21 giugno. Essa è stata costruita in modo da poter segnare l’ora compresa tra le 9 del mattino e le 16 ovvero l’arco di tempo in cui, a detta del costruttore, un uomo dovesse lavorare. La precisione della meridiana è stupefacente: la larghezza di un pollice umano rappresentava 5 minuti con uno scarto di errore massimo di 1 minuto. Ovviamente questo straordinario strumento è tarato in modo da segnare l’ora solare.
 Accanto alla meridiana si può osservare un fontana chiamata “Moon Fountain” proprio per la sua particolare composizione. Essa infatti è scolpita in tre pezzi di roccia corallina dei quali quello più a sinistra rappresenta il primo quarto di luna mentre quello a destra della fontana rappresenta l’ultimo quarto. La luna piena è rappresentata dalla fontana stessa dal peso approssimativo di 23 tonnellate. I quarti di luna invece ne pesano 18 ciascuno. Ed usò la fontana come stagno per i pesci in cui si potevano trovare, oltre ad essi, anche varie piante come i giacinti d’acqua, sicuro che i visitatori si sarebbero fermati ad osservarlo. La pietra corallina è una roccia molto porosa per cui Ed fu costretto a “rinforzare” la fontana con del cemento. Al centro della fontana Ed pose una stella a sei punte e alimentò il flusso d’acqua con una vecchia pompa  situata dietro la fontana. Oggi la fontana è usata come pozzo dei desideri e il denaro raccolto in questo modo è devoluto in beneficenza.
Sulla parete a nord poi sono raffigurati i pianeti di Saturno e di Marte. Quest’ultimo è costruito accanto ad una pianta di Palmetto che sta a significare la credenza da parte dell’autore all’esistenza di vita sul Pianeta Rosso.
Molte altre sculture rappresentanti sistemi astronomici sono presenti all’interno del castello come ad esempio il cosiddetto “bagno degli uccelli” formato da tre cerchi concentrici rispettivamente di 3,15 metri, 1,5 metri e 46 centimetri di diametro. Essi rappresentano le tre principali suddivisioni del nostro Sistema Solare individuando Mercurio, Venere, Terra e Marte nel cerchio più piccolo ed interno, Giove Saturno e Urano nel cerchio medio e Nettuno e Plutone nel cerchio più esterno.
Rimanendo sempre nel versante nord del complesso, si può ammirare l’imponente obelisco in cui Ed scolpì le date più importanti della costruzione come la data di inizio dei lavori e la data dello spostamento dell’intero complesso da Florida City a Homestead e la propria data e luogo di nascita. In cima all’obelisco grande quanto il più imponente obelisco di Stonehenge, Ed scolpì un buco con la forma della stella della Lettonia suo paese natale.
Questo obelisco alto più di 8 metri e dal peso di 30 tonnellate è piantato saldamente al suolo in un buco di quasi 2 metri di profondità.


 Il lato romantico di Ed è messo in evidenza dal tavolo chiamato “Feast of Love”. Esso è un tavolo a forma di cuore dal peso di circa 2 tonnellate. Sempre pratico anche nel romanticismo Ed pensò che mantenere a lungo dei fiori al centro del tavolo fosse un’impresa ardua. Risolse il problema ponendo al centro del tavolo un vaso di Ixora. Questa pianta messa dalle sapienti mani di Leedskalnin restò al suo posto, viva e vegeta per oltre 50 anni.
Un altro famoso tavolo di Ed, il “Florida State Table” lungo 6 metri e circondato da 10 sedie, fu scolpito nell’esatta forma e proporzioni dello Stato. Scolpito nell’angolo sud-orientale del tavolo c’e un bacino colmo d’acqua che rappresenta il lago Okeechobee. Esso poteva essere usato come boccia per le dita, bagno degli uccelli o boccia per il punch.
Una curiosità: egli immaginò la sedia a capotavola essere per il governatore della Florida e lui e tutto il resto dei senatori si sarebbero seduti li attorno per decidere di alzare le tasse.
Altra costruzione dedicata alla genialità di Leedskalnin. Questa volta però non si tratta di una scultura in pietra corallina bensì di una pentola a pressione. Ed, utilizzando una carcassa di una vecchia automobile, costruì una specie di barbecue che all’occorrenza, una volta inserito il cibo al suo interno, poteva essere chiusa ermeticamente fungendo da pentola a pressione. Ed la pose in una specie di camino in pietra corallina e ancor oggi a volte i bambini in gita scolastica vengono invitati ad arrostire hot dog nella sua pentola.
Flotte di ingegneri edili e di scienziati vengono attratti ogni anno dal Coral Castle per cercare di capire in che modo sia stata costruita quest’opera apparentemente impossibile. Ad esempio a metà degli anni settanta un gruppo di ricercatori vollero provare ad imitare Leedskalnin. Scolpirono e scavarono un blocco di pietra corallina dal peso di 30 tonnellate equivalente al grande obelisco all’interno del castello. Per trasportare il blocco si servirono di un bulldozer: il mezzo non riuscì nemmeno a sollevarlo.
Molte affascinanti teorie vennero formulate negli anni per cercare di dare una spiegazione quantomeno plausibile alla straordinaria opera del piccolo lettone.
Molti ricercatori o meglio “para”ricercatori ipotizzano che Ed abbia in qualche modo scoperto il funzionamento delle “World Grid” ovvero uno schema invisibile di linee energetiche circondanti la terra che concentrano grosse quantità di energia tellurica nei punti di intersezione. Quindi Ed avrebbe sfruttato l’energia dell’intersezione di queste linee per riuscire a spostare questi enormi blocchi di pietra. A questo proposito Ray Stoner, il ricercatore scrittore del libro “The Enigma of Coral Castle”, afferma che Ed non spostò il castello per la minaccia dell’espansione di Florida City bensì perché un fatidico errore di calcolo intercettò il punto focale dell’intersezione delle linee a 16 km dal punto in cui si trovava realmente. Per questo motivo il castello fu mosso da Florida City a Homestead, proprio per fare in modo che le strutture del castello massimizzassero le energie telluriche dell’incrocio delle linee energetiche.

Bruce Cathe, nel suo “The Energy Grid” uno dei più importanti libri del settore, afferma che “il sito “Coral Castle”, è matematicamente relazionato alla griglia energetica terrestre, come lo sono le altre importanti strutture antiche. Leedskalnin non ha spostato il tutto per caso. Questa posizione geometrica era estremamente vicina a un punto che potrebbe essere ideale per lo sfruttamento del moto armonico gravitazionale. Il fatto che egli abbia avuto accesso alle conoscenze segrete è molto più evidente nella relazione del Coral Castle col sistema di griglie energetiche mondiale.”
Stoner, nel suo libro, fa presente che per costruire il Coral Castle erano necessarie alcune condizioni particolari come il fatto di trovarsi esattamente in un vortice energetico esso stesso allineato con determinati eventi astronomici sufficientemente precisi da stabilirne con esattezza le ricorrenze periodiche. Inoltre l’opera dovrebbe avere una forma precisa e addirittura il materiale con cui è costituito ha una sua rilevanza.
Questi prerequisiti ricordano molto le formule teoriche e gli esperimenti compiuti sull’energia delle piramidi a metà degli anni settanta dove gli angoli di incidenza (varianti di 15,2 gradi) e i materiali con cui erano costituite (granito cristallino e calcare) ne determinavano il successo. Nel libro “Using Pyramid Power” lo scrittore James Wyckoff scrive: “Gli antichi egizi sapevano che la forma e l’angolo delle piramidi contenevano una mistica forza energetica”.
Molte tradizioni da ogni parte del globo menzionano fatti in cui venivano fatte levitare pietre molto grosse. Dalla Gran Bretagna ci giunge la tradizione in cui Merlino, in uno dei suoi viaggi in Irlanda, scoprì Stonehenge e decise di smontarlo pietra dopo pietra e trasportò ogni masso facendolo “fluttuare in aria” fino alla pianura di Salisbury. Gli isolani di Ponape nel Pacifico del Sud ricordano lo spostamento di un grosso monolito di basalto (la colonna di Nan Mandol) ad opera di due maghi che lo fecero fluttuare in aria.
Ipotizzando che la testimonianza dei ragazzini che videro Leedskalnin in azione sia vera, ovvero che videro blocchi di pietra corallina “fluttuare in aria come aerostati”, si potrebbe considerare il fatto che egli abbia veramente riscoperto le antiche tecniche di costruzione perse durante i secoli le quali sfrutterebbero le energie gravitazionali terrestri.
A tal proposito Cathe asserisce che “in certe posizioni nel globo ci sono località dove le forze di gravità possono essere manipolate dalle applicazioni di certe armonie geometriche. Dove queste condizioni geometriche esistono, è evidentemente possibile per persone che hanno conoscenza nell’uso delle forze gravitazionali, costruire enormi edifici di materiale voluminoso. Stonehenge, le antiche piramidi, il tempio di Baalbek, e pure le piramidi in centro e sud America furono il risultato di una combinazione di conoscenze ed anomalie gravitazionali. Coral Castle, credo occupi una di queste posizioni.”
Nonostante la vasta quantità di studi e teorie formulate su questo complesso, nessuno è ancora riuscito a capire non solo i modi e i metodi di costruzione ma nemmeno il significato stesso dell’opera. A che scopo costruire questa enorme struttura? Per quale motivo Leedskalnin “sacrificò” vent’anni della sua vita nella progettazione e realizzazione dell’edificio? A queste e ad altre innumerevoli domande ancor oggi molti studiosi e ricercatori stanno cercando di dare una risposta.
Oggi il Coral Castle attira turisti e curiosi da ogni parte del mondo rivelandosi come una delle opere architettoniche più straordinarie e misteriose del XX secolo.

Cronistoria


Edward Leedskalnin nacque a Riga in Lettonia il 10 agosto 1887.
Secondo la biografia di Joe Bullard, Waiting for Agnes, all'età di 26 anni Edward venne lasciato dalla fidanzata sedicenne Agnes il giorno prima delle nozze. In seguito alla profonda delusione cominciò a maturare l'idea di costruire un castello per fare colpo sull'amata. Iniziò così a viaggiare per l'Europa, il Canada e gli Stati Uniti in cerca di un luogo dove stabilirsi.
Dopo essere stato colpito dalla tubercolosi fu costretto a trasferirsi un una località dal clima mite, e giunse così in Florida nel 1918. Iniziò quindi la costruzione del suo castello nelle vicinanze di Florida City, dove aveva acquistato 10 acri di terreno.
Nel 1936 l'espansione edilizia portò alla costruzione di nuovi lotti edilizi nelle vicinanze della sua proprietà. Essendo Leedskalnin una persona molto riservata, decise di trasferirsi in un luogo più isolato. Passò così i successivi 10 anni a trasferire ciascuna pietra da Florida City alla località dove attualmente sorge Coral castle, ad una distanza di circa 16 km. In questa operazione fu aiutato da un amico che aveva un vecchio camion.
Nel dicembre 1951 Leedskalnin si ammalò. Incise su una roccia la frase "Going to the Hospital" (vado all'ospedale) e prese la corriera per la città (non aveva un'automobile, conduceva una vita molto semplice e si spostava in bicicletta). Morì pochi giorni dopo, il 7 dicembre.Gli era stato diagnosticato un tumore maligno allo stomaco.
Il castello fu ereditato da un nipote che nel 1953, poco prima della morte, lo donò ad una famiglia dell'Illinois.

Curiosità


Billy Idol scrisse ed incise il brano "Sweet Sixteen" e girò il video a Coral castle. Il brano è ispirato alla ragazza amata da Leedskalnin, Agnes Scuff, (a cui egli aveva dato l'appellativo "Sweet Sixteen") che si ritiene essere il movente principale della costruzione della struttura.
Secondo Bullard, molti anni dopo la costruzione di Coral castle alcuni turisti Lettoni ne sentirono il racconto e contattarono Agnes per riferirle che Leedskalnin sperava ancora che lei capisse il suo amore. Avendo sentito la storia, Agnes rispose: "non ho voluto sposarlo quando ero sedicenne, e non voglio sposarlo ora". Leedskalnin morì pochi anni dopo.
Pochi anni fa alcuni studiosi sono finalmente riusciti a rintracciare la "Sweet Sixteen", trasferitasi in Olanda e ormai ottantatreenne. Dopo avergli a lungo parlato della meravigliosa opera di Ed e del suo amore ed averla invitata a visitare la meravigliosa costruzione lei rispose: "No grazie, non mi interessa".
Ed aveva deciso di svelare il segreto che gli aveva permesso di costruire da solo Coral castle a degli amici fidati ma poco tempo prima di poterlo fare il tumore che si scoprì nello stomaco lo uccise.
Edward Leedskalnin ha conosciuto e frequentato lo scienziato Nikola Tesla.

da qui grazie
The Secrets of Edward Leedskalnin


The following was written by Michael Lawrence Morton in 1998:
There is only one man in the world who, by demonstration, has supported the claim, “I know the secret of how the pyramids of Egypt were built!” That man is now deceased and took the secret with him into the grave. Always sickly, he died at the age of 64 from malnutrition.
leedskalnin and his antigravity device
leedskalnin and his antigravity device
Coral Castle was originally located in the town of Florida City.  The site was later moved to Homestead, FL. The site consists of 10 acres completely surrounded by 8′ high coral blocks, tightly constructed without the use of cement between them. Each of these blocks weigh over 20 tons,
Edward Leedskalnin the engineer/builder did this work all by himself even though he was a very small man – 5 feet tall, weighing only 100 pounds. He did not own tall, heavy cranes which engineers use today to construct buildings. He was asked: Why did you do it? ‘Someday, my Sweet 16 will come,’ was always his response. Leedskalnin eventually quarried and sculpted over 1,100 tons of coral into a monument that would later be known as the Coral Castle. Leedskalnin gave polite, but cryptic answers to visitors’ questions regarding his construction methods, which to this day remain a mystery. In spite of his private nature, he eventually opened his monument to the public, offering tours for 10 cents. He was a surprisingly accommodating host, even cooking hot dogs for visiting children in a pressure-cooker of his own invention.
Coral Castle has attracted the international attention of professional construction engineers, astounded and mystified by the apparently impossible achievement of this diminutive wonder-worker. In the mid-1970s, for example, a large bulldozer was hired to manipulate a coral block equivalent to the Castle’s 30-ton monolith; the bulldozer could not even lift it.
30 ton monolith at coral castle
30 ton monolith at coral castle
Alternative science investigators suggest that Leedskalnin somehow learned the secret of the “world grid,” an invisible pattern of energy lines surrounding the Earth which concentrates points of telluric power where they intersect. It was here, at one of these intersections of Earth energy, that he was supposedly able to move his prodigious stone blocks using the unseen power of our planet. In fact, in The Enigma of Coral Castle, Ray Stoner suggests that Leedskalnin moved the Castle not because it was threatened by an encroaching subdivision, but because a surveying error misplaced the site ten miles from an Earth energy vortex or focal point. In order for the structures to maximize this energy, the entire complex needed to be relocated in Homestead, where the telluric forces were focused.




Bruce Cathie, in The Energy Grid, one of the most credible books on the subject, says “the site of Coral Castle is mathematically related to the world energy grid, as are the other remarkable structures which, however, date from ancient times. Ed Leedskalnin had not moved on to the Florida site by chance. This geometric position was extremely close to one that would be ideal for setting up harmonics related to gravity and light harmonics. The fact that [he] had access to secret knowledge is much more evident in the relationship of Coral Castle to the world energy grid system.”
Stoner says some fundamental conditions must be met before a structure like Coral Castle can be made to function as intended. It must be exactly situated over an energy vortex, aligned with a celestial event or events sufficiently precise to predict their recurrence, constructed in a specific shape, and built with certain materials. Finally, activities at the site may be successfully undertaken only at the moment the celestial events to which it is oriented take place.
Stoner’s prerequisites for particular shapes and building materials are reminiscent of experiments in pyramid power in the mid-1970s, when the precise angles (variants of 15.2 degrees) of the pyramid and its special construction elements (crystalline granite and non-conducting limestone) determined their success. In Using Pyramid Power, James Wyckoff writes,”The ancient Egyptians knew that the shape and angle of pyramids contained a mystical energy force.”
I think this “lot,” upon which Edward Leedskalnin built his wonders, is a sort of “Grid Point Nest” . . . with many ‘Matrix-valid’ Grid Points in relatively-close proximity. This might have something to do with Leedskalnin’s mysterious ability to lift and to precisely place those gigantic stones on the property.
Also; I found in doing the calculations above, that I initially figured the latitude as VERY close to 1/16th of an inch (on the USGS Topo map) below the ‘predicted 1983 NAD’ latitude parallel of 25 deg 30 min 00 sec, which is in fact the precise northern border of this Quad. This initial latitude figure, in terms of seconds, showed on my calculator as 1.234567901 seconds south of the 1983 NAD parallel of 25 30 00. Notice that the figure of 1.234567901 is the Square of 1.111111111 . . . to nine decimal places.
[Note also, here, that I am using a 'scale' of 0.050625 map inches per second of latitude]. The figure 1.234567901 precisely matches my calculated Grid Point Value for Dr. Bruce Cornet’s “Cydonia Face II” on the “Middletown” (New York) USGS 7.5-minute Topographical Quadrangle.
The calculated figure above for the number of W.Giza longitude seconds . . . 41.23807207 . . . is VERY close to a decimal harmonic of the Surface Area On A Sphere (formula) . . . 41.25296125.




I’m thinking that the more “nodal points of resonance” one can find, within relative proximity (of space and time), then the more that can be potentially “done” in that ‘area’ with respect to “tapping or using” that geometry. These “nodal points” would be, for example, decimal harmonics of ‘Matrix-valid’ numbers, including gematrian and gematria-related numbers. Possibly, this would ‘enable’ such things as lifting tremendous weights, or other seemingly “superhuman” feats.
After his death, a nephew living in Michigan, inherited the Castle. In 1953, shortly before his death, he sold the Castle to a family from Chicago. During the take-over, a box of Ed’s effects were found and examined. It contained a set of instructions which led to the discovery of 35 – $100 bills – his life savings.
This amazing claim to know the secret of how the pyramids of Egypt was built was made by a Latvian man named Edward Leedskalnin. He was an immigrant to the United States of America. He devised a way to single-handedly lift and move blocks of coral weighing up to 30 tons each. In Homestead, Florida, he used his closely guarded secret, and was able to quarry and construct an entire complex of monolithic blocks of coral. The weight of a single block used in the Coral Castle was greater than those that were used to build the Great Pyramid at Giza, Egypt. It took him 28 years to complete his work, which equaled about 1,100 tons of rock.
In the 1930s, a gang of thugs thought Ed had hidden riches. They beat him up and tried to rob him. Ed was shocked at this invasion into his private world. The attack motivated Leedskalnin to move Coral Castle! He picked up every megalith (some stones weighed up to 30 tons) and transported his entire castle. He hired a local trucker, but the driver was always directed to look away as Ed loaded the truck. All 3 million pounds of hard coral was moved 10 miles to its present location near Homestead Florida.
How did Ed move all of these carvings a distance of 10 miles? Ed had the chassis of an old Republic truck on which he laid two rails. He had a friend with a tractor who moved the loaded trailer from Florida City to Homestead. Many people saw the coral carvings being moved along the old Dixie Highway, but no one ever saw Ed loading or unloading the trailer. Ed did much of his work at night by lantern light. He seemed to have a sixth sense which told him when some one was trying to spy on him. The numerous lookouts along the Castle walls will attest to his suspicious nature.
Leedskalnin, had within his castle walls, coral blocks weighing approximately 15 tons each. He built a 22-ton obelisk, a 22-ton moon block, a 23-ton Jupiter block, a Saturn block, a 9-ton gate, a rocking chair that weighed 3-tons, and numerous puzzles, all made of coral. A huge, 9-ton rock that functions as a door and gate is perfectly balanced. One push from a small child can open it. On top of a huge 30-ton block, which he considered to be his major achievement, he crowned it with a gable-shaped rock.
Leedskalnin received attention not only from engineers and technologists, but from the U.S. government, who paid him a visit hoping to be enlightened. None ever were given the secret. In 1952, falling ill, Leedskalnin checked himself into the hospital and died, taking his secret with him.
Leedskalnin's Flywheel
Leedskalnin's Flywheel
Leedskalnin flatly stated that all matter consists of individual magnets and it is the movement of these magnets within materials and through space that produces measurable phenomena, i.e., magnetism and electricity.
If all matter consists of individual magnets, we know that like poles repel and unlike poles attract. We also know that we can suspend one magnet above another as long as we don’t allow either of them to flip over so that the opposite poles attract each other. Magnets seek to attract and, left to themselves, will align their opposite poles to each other.
If a large magnet is suspended over a smaller magnet, depending on the ratio between them, the distance between the magnets would be diminished to the point that the smaller magnet wouldn’t be able to exert enough force to elevate it. The earth, being the largest magnet, issues forth streams of magnetic energy which follow lines of force that have been noted for centuries. If we assume, as Leedskalnin did, that all objects consist of individual magnets, we can also assume that an attraction exists between these objects due to the inherent nature of a magnet seeking to align an opposite pole to another. Perhaps Leedskalnin’s means of working with the Earth’s gravitational pull was nothing more complicated than devising a means by which the alignment of magnetic elements within his coral blocks was adjusted to face the streams of individual magnets he claims are issuing forth from the Earth with a like repelling pole.
A known method for creating magnetism in an iron bar is to align the bar with the Earth’s magnetic field and strike the bar with a hammer. This vibrates the elements in the bar and allows them to be influenced by the magnetic field they are in. The result is that when the vibration stops, a significant number of the atoms have aligned themselves within this magnetic field.
Christopher Dunn asks: “Was this the method that Leedskalnin was using? It’s a simple concept, but looking at the devices in Leedskalnin’s workshop, I can easily imagine the application of vibration and electromagnetism. His fly-wheel for creating electricity remains motionless, for the most part, until inquisitive tourists like me come along and give it a spin. After a few revolutions, I realized that something was missing. The narrative I had heard, while browsing around the castle, described Leedskalnin as using this device to create electricity to power his electric light bulbs. It was claimed that Leedskalnin didn’t have electricity, but I couldn’t imagine this device being a useful and continuing source of power, using only Leedskalnin’s right arm to turn the wheel. On closer examination of this piece, I found that the whole assembly was actually an old 4-cylinder crank case. His flywheel was mounted on the front end of the crankshaft and consisted of bar magnets that were sandwiched between two plates, the upper plate being a ring gear. Giving it weight and solidifying the entire assembly, Leedskalnin had encased the bar magnets with cement. It then occurred to me that the photo of Leedskalnin with his hand on the crank handle, which is attached to the end of the shaft, may not accurately represent his entire operation. It is possible that Leedskalnin was using the crank handle to start a reciprocating engine, now missing, which attached to one of the throws on the crankshaft. He would then be able to walk away and leave his flywheel running.
I was now mystified. I had developed a notion that the bars attached to the flywheel were actually being used to develop vibration in the piece Leedskalnin was trying to lift. This idea didn’t make sense after looking at the type of material, size and weight of the entire assembly. The crankcase was firmly attached to the coral block in his workshop, and even if it wasn’t attached, it would be quite a feat to keep moving it about. There was one factor I needed to check out, though, before I headed back to Illinois. I had tested the bar magnet with a pocket knife. The knife was attracted to each bar. I needed to know, conclusively, the arrangement of the poles in the wheel, to see, indeed, whether the assembly was capable of creating electricity.
Leaving the workshop and absorbing the penetrating rays of the Florida sunshine, I headed for the nearest strip mall to look for a hardware store so that I could buy a bar magnet. North on Route1 I found a Radio Shack. They had just what I needed, and for only $1.75. Feeling rather pleased, I swung back onto Route 1 and returned to Coral Castle.
Once there, I headed back into Leedskalnin’s workshop and put the magnet to the test. I held the magnet a short distance away from the spokes of the flywheel while giving it a spin. Sure enough, I found out what I had come for. The magnet pushed and pulled in my grasp as the wheel rotated. Looking around the room, I gazed at a jumble of various devices, lying, hanging and leaning about the room. There were radio tuners, bottles with copper wire wrapped around them, spools of copper wire and other various and sundry plastic and metal pieces that looked like they had fallen out of an old radio set.
Leedskalnin’s workshop also contained chains, blocks and tackle and other items that one might find lying around a junkyard. Some items are missing, though. Photographs of Leedskalnin at work show three tripods, made of telephone poles, that have boxes attached to the top. These objects, however, are not to be found at Coral Castle. What is striking here, is that the block of coral being moved is seen off to the side of the tripod. Perhaps Leedskalnin had moved the tripod after raising the block out of the bedrock. Though another interesting observation is that the block and tackle that can be found inside his workshop are nowhere to be seen in this photograph. There are spools of copper wire in his workshop, and there were also two wrappings of copper wire. One was round copper and the other flat copper. In a narrative that visitors can hear at various recording stations around the compound, it is stated that at one time Leedskalnin had a grid of copper wire suspended in the air. Looking at the photograph, again, one can see that there is a cable draped around the tripod and running down to the ground. Perhaps the arrangement of tripods was more related to the suspension of his copper grid than the suspension of block and tackle.
I have no doubt that Leedskalnin told the truth when he said he knew the secrets of the ancient Egyptians. Unlike those who have sought publicity for their own inadequate, though politically correct, theories, he proved it by his actions. I believe, also, that these techniques can be rediscovered and put to use for the benefit of mankind. Edward Leedskalnin, right or wrong, had a little bit of a problem with trust. This modus operandi was not unusual for a craftsman of his day. Proprietary techniques without patent disclosure assure continued employment and, therefore, it was perfectly normal that he would protect his secret from prying eyes that might steal and profit from it. I believe there are enough pieces there to put together and replicate his technique. It’s been done once (sorry, twice), and I am sure that it can be done again!”
the unusual accomplishment of coral castle
the unusual accomplishment of coral castle
Leedskalnin demonstrated to neighbors his strange machines. He was able to generate his own electricity. Ed wrote a total of 5 pamphlets; one called ‘Magnetic Current’ is as incomprehensible as Einstein’s Unified Field Theory. He admitted that he could produce anti-gravity and knew how the ancient pyramids were built. He wrote: “A Book In Every Home”, “Sweet Sixteen, Domestic and Political Views” . His “Mineral, Vegetable and Animal Life” contains his beliefs on life’s cycle. He also wrote 3 pamphlets on “Magnetic Current”.
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A blessed one as shared this offering today. The videos are about the‘Rock Gate’ that is known as 'Coral Castle' in Florida, it was built by one man, Ed Leedskalnin. from LATVIA, for what he called his 'Sweet 16.' He kept telling those that knew him, that she would come. Sweet 16 always reminds me of the 'Sound of Music' and harmonics.  
He was a small man, just 5'6" and only weighed about 100 lbs. He was able to lift and position blocks weighing over 30 tons all by himself. 30 is also to do with the spiritual law in the bible and in the ancient pictographs it is the LAMED. The shepherds staff that defends the innocent lambs from predators.

Its an incredible story, and he did leave writings about
MAGNETICS and anti-gravity. Like Leonardo Da Vinci he also created double exposed photographic images,  it is clear that this man left messages for humanity. Why was Florida so important to him? Is it because that is where the Church first landed?  Is it because he knew the LORD God would send Messiah Joseph to Florida? Is it because the LORD God led him for this purpose? 
I recommend those that are interested in this fascinating mystery, and magnetics to watch the videos and look at the photographs. There are 85 shared on the website link.

You may also remember that there were
 ‘magnetic’ crop circles this season, and at least two of them had the shape of magnets close to the crops. The number 16 also came up a lot this season and 16 is the soferim of the shattered citadel. In addition to ‘make plans in advance’. In gematria 16 is also the value of SHE, SHE IS and Behold. 1+6 = 7 the life number of the spiritual teacher, it is also a karmic number in the bible.  In Hebrew gematria it is the ZAYIN and the Jewish sages associate it to what they call the 'woman of valor'. 
He left $3,800 in brand new crisp notes, that certainly feels like another message as well everything that this man did was very specific; and clearly had a divine purpose for being.
38 is the Hebrew gematria value of 'Will of God'.  
In this photograph he as featured temperance (in gold) that she is also called prudence in the bible and the Angel of the LORD. In Psalm 45,  the one that wore the gold is the Royal Bride and many have seen the photographs in Jerusalem, Israel. Wearing the gold outfit that was predicted to be gifted in the ancient prophecy. You will also see the golden ankh, the key of life in the picture and a mayan pyramid. We also know that the golden ankh is to do with bio-electro-magnetics, and spiritual people are now lecturing on it in Africa. 
If you look carefully, he as also included the sign of the 'Son of Man' and a lot more. What some might think is a crescent moon, is actually the shofar, the trumpet call. This man was incredibly talented to create images of this quality and standard. In addition to the manifestation of this rock of truth.




We have shared a lot information about temperance with you in the past on this blog. Not only do these images give messages that are important to now, they also indicate what as already been fulfilled. The shofar was indeed sounded at Mount of Carmel in 2007 in my presence, once again a humble man was chosen by the LORD God for his purpose. 
These photographs deserve serious investigation by those that really know spiritual symbology and the different disciplines from the healing arts. As the Son of God said “Where two gather in my name, there I shall be.” 
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Many ufologists believe that the pyramids and the Great Sphinx could not possibly have been built by human beings. They point to the existence of these ancient structures as evidence of early alien intervention.

Yet right here in the U.S., on a 10-acre site near Homestead, Florida, a monument to human ingenuity challenges the idea that alien intervention is necessary for the accomplishment of amazing feats.

Ed Leedskalnin was a small, Latvian immigrant who spent his life building what is now known as The Coral Castle. Composed of a collection of huge stones, some weighing as much as 30 tons, Ed built the unconventional structure for a woman and family he knew he would never have. One 9-ton revolving gate inside the compound is so perfectly balanced it opens easily with the push of a single finger.

Leedskalnin worked at night, by himself, and never revealed his methods. He also moved the entire structure, alone, from its original location to its current location on 10-acres years after first completing it near Florida City. No one knows how he did that either.

Leedskalnin claimed to know the secrets of the builders of the pyramids and when asked how he did it would say that he understood weights and counterweights and used a system of simple pulleys. Experts who have examined the structure, which is often compared to Stonehedge and the Pyramids, have not been able to replicate his methods.

Leedskalnin was also very interested in magnetism and wrote a highly unconventional book in which he argued that gravity does not really exist; that every object on earth carries a magnetic charge that connects to the center of the planet, and that what we take to be gravity is a side effect of this natural, innate magnetism.

Many people have theorized that Leedskalnin figured out how to reverse the magnetic charge of the stones so that they could be levitated, though no one has been able to prove this is possible.

With regard to aliens and UFOS, Leedskalnin's obsessive interest in magnetics and his unconventional life and accomplishments are intriguing. UFO sightings are often linked to magnetic disturbances. and many have theorized that the propulsion system behind UFO 'craft' is based on something to do with magnetism.

Nonetheless, Leedskalnin did not attribute his building methods to aliens or even talk about aliens.

The Myth of Progress

A common assumption of modern science is that human knowledge progresses and accumulates over time, so that today's knowledge is the best and most comprehensive knowledge ever, the sum total of all previous methods and discoveries distilled into a single best discipline.

Yet history seems to tell a different story: A story of increasing complexity and expertise followed by collapse and new beginnings. The people who built the Sphinx are long gone and so are their methods. They cannot tell us how they did what they did or why they did it.

Similarly, we still do not know how the Romans built their aquaducts. Much of their technology is lost to us. We cannot reconstruct it no matter how hard we try.

It seems that human knowledge develops in cycles, and that at the end of each cycle, as things fall apart, much if not all of the accumulated wisdom of the era is lost. Assuming that previous civilizations were more necessarily primitive than modern civiliation is most likely an error--a self-serving one.

Ancient civiliations were different. Their goals and motivations were different. Therefore their technology and organization was different. But were they primitive?

No.
Ed Leedskalnin's Coral Castle remains a mystery--one that is open to the public, open to anyone with a probing mind and healthy curiousity.
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ANTIGRAVITA'

Per antigravità si intende il concetto di creare un oggetto o un luogo che non sia influenzato dalla forza di gravità. In tal senso non ci si riferisce a sistemi che contrastano la forza di gravità con una forza uguale e contraria, come ad esempio nel caso dell'elicottero, bensì a situazioni in cui l'influenza della gravità venga bloccata o alterata da qualche tipo di tecnologia.
La gravità è la più debole delle forze fondamentali della fisica, per vincere la quale occorre un'opportuna densità di energia per unità di massa. Alla gravità può essere opposta una forza isotropa e perpendicolare alla massa, nell'ambito della stessa meccanica newtoniana quale la forza centrifuga generata dal moto circolare uniforme di un grave intorno alla massa che si intende spostare; se il grave rotante è dotato di carica elettrica ed è presente un campo magnetico uniforme, si somma una forza di Lorentz, anch'essa perpendicolare alla velocità e allo spostamento.
Altri approcci tentano di ridurre l'effetto della gravità, ad esempio con l'utilizzo di un forte campo magnetico, secondo la relatività in grado di deformare lo spazio-tempo nell'intorno del corpo che si intende sollevare. Oppure ricorrendo alla fisica del plasma, avente leggi completamente diverse dalla fisica classica: intorno al corpo si distribuisce un materiale radioattivo come bario o tallio in grado di creare ioni nel mezzo circostante, in modo da rallentare l'azione della forza di gravità: invece di forze simultanee agenti a distanza, secondo la teoria dei gravitoni abbiamo un campo gravitazione, un'informazione-azione della forza di gravità che si propagano a una velocità finita, che diventa minore se tra l'aria e il corpo in movimento si crea uno strato di ioni allo stato di plasma. In secondo luogo, la forza di Lorentz citata prima è utilizzata in altro modo con la presenza di materiale conduttore (come bario e tallio, rispetto all'aria che ha una scarsa permeabilità elettrica e magnetica), e con la corrente prodotta al contatto con questi da due elettrodi e da un campo magnetico.
Quello dell'antigravità è un tema ricorrente nell'ambito della fantascienza. Moltissimi autori hanno utilizzato questo elemento in particolare nel descrivere veicoli o ambienti che potessero in sostanza spostarsi o galleggiare liberamente nell'aria. Nonostante siano stati intrapresi studi e ricerche in questo senso, attualmente non è noto alcun sistema o teoria che possa bloccare o annullare l'effetto della gravità.

Il termine antigravità è anche talvolta usato per descrivere una forza gravitazionale repulsiva invece che attrattiva come nel caso della gravità vera e propria. La sua esistenza, basata su alcune soluzioni della relatività generale di Einstein, potrebbe derivare da alcune situazioni estremamente speculative, che implicano l'uso di concetti esotici quale l'energia negativa, da non confondere con l'antimateria.
Einstein formulò l'ipotesi di un universo piatto, in alternativa alle due altre soluzioni accettate ai suoi tempi, e cioè quella di un universo aperto, in cui tenderebbe ad espandersi all'infinito e quella di universo chiuso, nella quale collasserebbe nuovamente a causa del sopravvento della forza di gravità.[1]
Dovendo giustificare la sua teoria di un universo stabile e statico, Einstein introdusse un termine alla sue equazioni chiamato "termine cosmologico" o costante cosmologica (anche se non tutti i fisici concordano che si possa trattare di una costante), in grado di produrre una forza repulsiva estesa a tutto lo spazio, che si può definire come una sorta di antigravità, avente il compito primario di stabilizzare l'universo.
Anche più recentemente, intorno alla fine degli anni settanta, il dilemma della "costante cosmologica" ritornò in auge quando gli astronomi si accorsero, durante i loro calcoli della velocità di espansione dell'universo, che esisteva una discordanza tra l'età dell'universo e l'età di alcuni oggetti al suo interno, che sembrerebbero addirittura più antichi dell'universo stesso.[1]
Ancora alla fine degli anni novanta gli esperti si sono domandati se le cause di questo contrasto cronologico potessero dipendere da una imprecisione dei modelli cosmologici o di quelli riguardanti l'evoluzione delle stelle.
In risposta a questi dilemmi, gli scienziati attualmente hanno accantonato l'ipotesi di un universo piatto, propendendo invece per quella di un universo aperto, e hanno assegnato alla costante cosmologica il ruolo di "controllore" del destino dell'universo, in funzione del valore che assume.[1]
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La costante cosmologica"Il mio più grande errore". Così Albert Einstein definì l'introduzione di un "termine cosmologico" repulsivo assolutamente arbitrario nelle sue equazioni per spiegare l'apparente staticità dell'universo. D'altra parte, all'epoca (1917) in cui Einstein applicava la sua nuova teoria della relatività generale alla descrizione dell'universo, non aveva "alcun motivo per dubitare della natura sostanzialmente statica dello spazio". Né lo scienziato tedesco poteva immaginare che dopo oltre settant'anni i cosmologi avrebbero nuovamente rispolverato il termine cosmologico per tentare di spiegare non più la staticità, ma l'insospettabile dinamicità dell'universo.

Era il 1929 quando l'astronomo statunitense Edwin Hubble dimostrò che l'universo era tutt'altro che statico: il suo moto di espansione era dimostrato dal fatto che le galassie stavano tutte allontanandosi le une dalle altre, come se, andando indietro nel tempo, ci fosse stata un'immane esplosione (Big Bang) ad aver scagliato la materia in ogni direzione. L'universo si sta dilatando, aumentando le proprie dimensioni al trascorrere del tempo. Ma qual è la misura di questa espansione? Quanto velocemente si allarga lo spazio che separa la nostra Galassia da una galassia lontana?

L'espansione dell'universo e la legge di Hubble
A rispondere a questa domanda fu lo stesso Hubble che, nel 1931, pubblicò assieme a Milton Humason lo storico articolo in cui dimostrava l'esistenza di una semplice relazione fra la distanza delle galassie e la loro velocità di allontanamento. Fattore di proporzionalità fra le due grandezze è la "costante di Hubble", che rappresenta la misura del tasso di espansione. In pratica, maggiore è la distanza di una galassia, più alta è la sua velocità di recessione.

Era stato così individuato un modo semplice per calcolare le distanze, dato che le velocità possono essere determinate osservando lo spostamento verso il rosso delle righe negli spettri delle galassie (redshift cosmologico). Confrontando infatti spettri di laboratorio - sorgenti di righe note e in quiete - con spettri di galassie in cui siano presenti righe dello stesso tipo, si nota la presenza di uno spostamento delle righe in questi ultimi rispetto ai primi: da qui i cosmologi deducono una condizione di moto relativo delle galassie rispetto a noi. In particolare, se la galassia è in avvicinamento le sue righe sono spostate verso il blu, mentre se si sta allontanando osserviamo righe spostate verso il rosso. In realtà non sono le galassie a muoversi, ma è lo spazio che le separa a dilatarsi: è proprio questa espansione a produrre sulla luce proveniente da questi oggetti lontani l'effetto di "stiramento", ovvero di allungamento, delle lunghezze d'onda.

Hubble osservò che, a parte alcune galassie vicine, tutte le altre, sistematicamente, avevano righe spostate verso il rosso, da cui dedusse un moto complessivo di allontanamento da noi. Il "termine cosmologico" introdotto da Einstein venne cancellato dalle equazioni che, a quel punto, descrivevano un universo in evoluzione dominato dalla sola forza di gravità. E poiché la gravità è una forza esclusivamente attrattiva, l'effetto a lungo termine di questa sul moto di espansione deve essere una lenta, ma inesorabile decelerazione, dovuta appunto alla reciproca attrazione gravitazionale di tutte le masse presenti nell'universo.

La scala delle distanze e le "candele standard"
Per i cosmologi è fondamentale ottenere un valore il più possibile preciso della costante di Hubble. Ma per riuscire in questo intento è necessario misurare indipendentemente distanze e velocità di allontanamento per un ampio numero di galassie lontane. Ecco quindi motivata la ricerca di metodi di misura delle distanze cosmologiche. Determinare la scala delle distanze nell'universo è tuttora uno dei maggiori problemi dell'astronomia.

La luminosità apparente - quella che misuriamo direttamente - di un astro dipende sia dalla sua distanza da noi che dalla sua luminosità intrinseca. Così, dobbiamo conoscere quest'ultima per determinarne la distanza. Ma se esistesse almeno una categoria di corpi celesti che, indipendentemente da tutti gli altri eventuali fattori, avessero la stessa luminosità intrinseca il problema sarebbe facilmente risolto. Gli astri che hanno questa rarissima proprietà vengono definiti tecnicamente "candele standard". In altre parole, la luminosità intrinseca degli oggetti appartenenti ad una classe di candele standard è costante. Fortunatamente per i cosmologi, almeno una categoria di candele standard esiste: sono le supernove di tipo Ia.

Supernove lontane e tasso di espansioneLe supernove sono stelle che muoiono in un'immane esplosione durante la quale viene espulsa gran parte della materia che le costituisce. La loro luminosità intrinseca raggiunge un picco massimo al momento dell'esplosione per poi decrescere rapidamente con il trascorrere dei giorni. Studi accurati hanno dimostrato che le supernove appartenenti alla classe Ia raggiungono al massimo di intensità sempre lo stesso valore di luminosità intrinseca. Oltre tutto, le supernove sono fra gli oggetti in assoluto più brillanti dell'universo, per cui è possibile osservarle anche a distanze cosmologiche. Da qui l'idea di andare a cercare queste esplosioni stellari nelle galassie lontane, ovvero in quelle ad alto redshift (dalla legge di Hubble si deduce che maggiore è lo spostamento verso il rosso, maggiore è la distanza), in modo da determinare la loro distanza indipendentemente dal redshift stesso.

Nel 1998 due gruppi internazionali di astronomi, il "Supernova Cosmology Project" e l'"High-Z Supernovae Search Team" (high-z significa alto redshift), annunciarono che dalle osservazioni effettuate su campioni numerosi di supernove di tipo Ia poste a distanze diverse (e quindi età diverse) risultava un tasso di espansione dell'universo non rallentato, come ci saremmo aspettati se in campo ci fosse solo la forza di gravità, bensì accelerato. Sorprendentemente, l'universo si starebbe espandendo più velocemente di quanto previsto.

Ma non è tutto. Perché nell’aprile del 2001 un team di astronomi guidato da Adam Riess dello Space Telescope Science Institute di Baltimora (USA) annunciò di aver scoperto la supernova più lontanamai osservata, distante 11 miliardi di anni-luce. La cui luce risulta invece più brillante di quanto sarebbe dovuta essere in un universo in espansione uniforme. Questo significa che a quell'età dell'universo l'espansione era ancora rallentata dalla forza di gravità: ragione per cui la supernova risulta più vicina (e quindi più brillante) del previsto.

La scoperta dell'"energia oscura"
Il quadro complessivo è quindi quello di un universo che fino ad una certa epoca è stato dominato dalla gravità, ovvero rallentato nella sua espansione, per passare poi ad una fase di accelerazione del processo di espansione causata da una sorta di "antigravità" che i cosmologi hanno chiamato "energia oscura" e che avrebbe preso il sopravvento sulla normale forza attrattiva. Per rendere conto di questo termine repulsivo nelle equazioni è stato necessario introdurre nuovamente il termine cosmologico di Einstein, adesso chiamato "costante cosmologica".

Cosa sia in realtà questa energia oscura ancora nessuno lo sa: fluttuazioni quantistiche del vuoto - insospettabile sorgente di energia - o qualcosa di totalmente nuovo ed inatteso. Che sta dando e darà certamente ancora molto lavoro ai cosmologi. Perché di alternative valide alla costante cosmologica, necessaria anche per rendere ragione della "piattezza" dell'universo (ovvero, nello spazio la luce viaggia in linea retta) dimostrata alcuni anni fa dall'esperimento italiano Boomerang, non pare ve ne siano: polvere intergalattica che filtra la radiazione delle supernove, lenti gravitazionali che ne deformano la luce, effetti di selezione dovuti alle particolari condizioni dell'universo nelle nostre vicinanze sembrano tutti avere importanti controindicazioni (teorie gravitazionali alternative comprese).

Allora non resta che aspettare altre osservazioni o una nuova grande performance dello Hubble Space Telescope, in attesa di una nuova missione di manutenzione che lo rimetterà a nuovo.


BoxClassificazione delle supernoveUna stella che esplode come supernova si manifesta con un improvviso e rapido aumento di luminosità che, una volta raggiunto un picco massimo, decresce lentamente nel tempo. Al massimo di luminosità una supernova compete in splendore con l'intera galassia che la ospita. Dalle osservazioni risulta che è possibile classificare le supernove in due classi distinte: tipo I e tipo II. La differenziazione avviene tramite l'analisi spettrale: mentre le supernove di tipo II sono caratterizzate dalla presenza di intense righe dell'idrogeno, quelle di tipo I ne sono totalmente prive. Ma poiché l'idrogeno è l'elemento più abbondante dell'universo, se non si rileva significa che gli oggetti che danno luogo a eventi del tipo I hanno perso il loro guscio di idrogeno nel corso dell'evoluzione precedente l'esplosione. Entrambi i tipi di supernova sono ulteriormente suddivisi in sottotipi.

Le supernove di tipo II sono certamente prodotte dal collasso gravitazionale del nucleo di stelle massicce al termine della loro evoluzione. Le supernove di tipo I sono invece più eterogenee. In particolare, quelle di tipo Ia sono esplosioni di stelle compatte (nane bianche) conseguenti al trasferimento di materia da un'altra stella in un sistema binario. L'estrema uniformità di questo genere di esplosioni - stessa luminosità di picco, stesso andamento della curva di luce, omogeneità degli spettri - ha fatto sì che gli astronomi abbiano individuato nelle supernove di tipo Ia un'importante categoria di "candele standard".

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ALFA CENTAURI - RIGEL KENT
Alfa Centauri (α Cen / α Centauri o α del Centauro, secondo la nomenclatura di Bayer; conosciuta anche come Rigel Kentaurus o Rigil Kent o, più raramente, come Toliman) è un sistema stellare triplo situato nella costellazione australe del Centauro. È la stella più luminosa della costellazione, nonché terza stella più brillante del cielo notturno a occhio nudo, dopo Sirio e Canopo: infatti, sommando la magnitudine apparente delle due componenti, A (+0,01) e B (+1,34)[5], come si osserva ad occhio nudo, il sistema appare di magnitudine −0,27[6]. È anche il sistema stellare più vicino al sistema solare, in quanto ne dista 4,365 anni luce. In particolare Proxima Centauri, delle tre stelle che compongono il sistema, è in assoluto, dopo il Sole, la stella più vicina alla Terra.
Il sistema di α Centauri è costituito da una coppia di stelle di sequenza principale di simile luminosità, una nana gialla e una nana arancionemolto vicine fra loro, al punto che a occhio nudo o con un piccolo binocolo sembrano essere un'unica stella. In aggiunta a queste se ne trova una terza, una nana rossa molto più distante e meno luminosa, chiamata Proxima Centauri, la quale compie un'orbita molto ampia attorno alla coppia principale[7].

α Centauri attualmente appare come una delle stelle luminose più meridionali; in epoche passate, tuttavia, la precessione degli equinozi aveva portato questa e le altre stelle circostanti a declinazioni inferiori, così che potevano essere osservate, 4000-5000 anni fa, anche dall'Europa centrale.[25]
Nell'epoca presente infatti la stella possiede un'ascensione retta pari a 14h 39m, dunque si trova in quella fascia di coordinate di ascensione retta compresa fra le 6h e le 18h, in cui gli oggetti tendono ad assumere declinazioni sempre più meridionali (tranne l'area attorno al polo sud dell'eclittica). Ciò è dovuto al fatto che l'asse terrestre, in direzione sud, tende ad avvicinarsi a questa parte di cielo; ne consegue che l'area di cielo verso cui l'asse tende a puntare assume declinazioni meridionali, mentre l'area di cielo da cui si allontana tende a diventare visibile anche a latitudini più settentrionali.[25][26]
All'epoca dei Greci e dei Romani la parte di cielo in cui si trova α Centauri era visibile anche alle latitudini medie del Mediterraneo; i popoli mediterranei infatti conoscevano bene questa stella, che veniva considerata come il piede del Centauro: il nome proprio di α Centauri infatti è Rigel Kentaurus, e anche se derivato dalla frase araba per "Piede del Centauro", ricorda sempre la sua "funzione" all'interno della costellazione.[27]
Fra circa 3000 anni l'ascensione retta di α Centauri sarà pari a 18h, che equivale al punto più meridionale che la stella potrà raggiungere; dopo di che, l'asse terrestre inizierà a riallontanarsi da questa stella, che quindi assumerà declinazioni sempre più settentrionali.
A questo movimento si aggiunge il grande moto proprio della stella stessa, che essendo molto vicina è logicamente notevole: infatti α Centauri sembra muoversi nella direzione di Hadar, alla velocità di 6,1 minuti d'arco al secolo.[28]

Tutte le componenti di α Centauri mostrano un moto proprio notevole rispetto alle stelle di fondo, similmente a quanto avviene per altre stelle luminose, comeSirio ed Arturo. Nel corso dei secoli questo causa un lento spostamento della posizione apparente della stella; stelle di questo tipo vengono chiamate stelle ad elevato moto proprio.[47] Questi moti stellari erano sconosciuti agli antichi astronomi, che credevano che le stelle fossero eterne e permanentemente fissate sulla sfera celeste, come si evince ad esempio dalle opere del filosofo Aristotele.[48]

Distanza di α Centauri e di altre stelle vicine nel corso del tempo.
Edmond Halley nel 1718 scoprì che alcune stelle si erano notevolmente spostate dalla posizione astrometrica rilevata in passato;[49] ad esempio, la brillante stella Arturo (α Boo), nella costellazione di Boote, mostrava di essersi spostata di circa mezzo grado in 1800 anni,[50] come pure Sirio (α CMa), nel Cane Maggiore.[51] Il raffronto che fece Halley si basò sulle le posizioni indicate nel catalogo diTolomeo (l'Almagesto),[52] i cui dati si basavano sulle misurazioni eseguite da Ipparco durante il I secolo a.C.[53][54][55] Gran parte dei moti propri stellari rilevati da Halley furono relativi a stelle dell'emisfero boreale, così quello di α Centauri non fu determinato fino all'Ottocento.[43]
L'osservatore scozzese Thomas James Henderson fu colui che scoprì, all'inizio dell'Ottocento, la vera distanza di α Centauri, dal Royal Observatory sul Capo di Buona Speranza.[56][57] Le sue conclusioni furono dovute proprio allo studio dell'insolitamente alto moto proprio del sistema[58] che comportava che la velocità reale osservata attraverso lo spazio doveva essere molto più elevata.[59][43] In questo caso, il moto stellare apparente fu trovato utilizzando le osservazioni astrometriche condotte da Nicholas Louis de Lacaille risalenti al1751-1752,[60] attraverso le discrepanze di posizione fra quelle del Lacaille e quelle dell'epoca di Henderson.
Un calcolo più preciso prende in considerazione anche la leggera differenza di distanza stellare rispetto al moto della stella:[12][28] attualmente infatti sia il moto proprio che la parallasse di α Centauri aumentano leggermente a causa del fatto che il sistema si sta avvicinando a noi.[28][62] Tali cambiamenti si osservano pure nelle dimensioni del semiasse maggiore adell'orbita apparente, che sta aumentando ad un ritmo di 0,03 secondi d'arco al secolo come le due stelle si avvicinano.[36][65] Anche il periodo orbitale di α Centauri AB si accorcia brevemente (circa 0,006 anni al secolo), sebbene sia una variazione apparente causata dalla riduzione del tempo che la luce impiega a giungere fino a noi, come la distanza si riduce.[36] Di conseguenza, l'angolo di posizione osservato delle stelle è soggetto a cambiamenti degli elementi orbitali nel tempo, come fu determinato dall'equazione di W. H. van den Bos nel 1926.[66][67][68] Alcune piccole ulteriori differenze, di circa 0,5% nella misura del moto proprio, sono causate dal movimento orbitale di α Centauri AB.[62]
Dai dati del Catalogo Hipparcos (HIP), risulta che il moto proprio delle singole componenti del sistema sia pari a −3678 mas[61]/anno (ovvero −3,678 secondi d'arco all'anno) in ascensione retta e +481,84 mas/anno (0,48184 secondi d'arco all'anno) in declinazione.[62]Dato che il moto proprio è cumulativo, il movimento di α Centauri è pari a circa 6,1 minuti d'arco/secolo (367,8 secondi d'arco/secolo), quindi 61,3 minuti d'arco/millennio (1,02°/millennio). Questi movimenti sono pari rispettivamente a un quinto e due volte il diametro dellaLuna Piena.[28] La spettroscopia ha determinato la velocità radiale di α Centauri AB pari a −25,1±0,3 km s−1.[63][64]
Basandosi su queste misure di moto proprio e velocità radiale osservate, si può affermare che α Centauri continuerà in futuro a diventare leggermente più luminosa, passando dapprima a meno di un grado da Hadar e poi poco a nord della Croce del Sud, muovendosi poi verso nord-ovest e infine verso l'equatore celeste, allontanandosi sempre più dalla scia della Via Lattea. Attorno all'anno 29.700, α Centauri si troverà nell'area dell'attuale costellazione dell'Idra e sarà ad una distanza di esattamente un parsec, (3,26 anni luce) dal Sistema solare.[28] Quindi raggiungerà una velocità radiale (RVel) stazionaria di 0,0 km s−1. Subito dopo questa fase, il sistema inizierà ad allontanarsi da noi, mostrando così una velocità radiale positiva.[28] Attorno al 43.300, α Centauri passerà vicino alla stella di seconda magnitudine Alphard (α Hydrae); a quel punto la sua distanza sarà aumentata a 1,64 parsec (5,36 anni luce).
A causa della prospettiva, fra circa 100.000 anni, il sistema di α Centauri raggiungerà il punto di fuga finale e scomparirà rapidamente confondendosi fra le deboli stelle di fondo della Via Lattea. A quel punto, quella che una volta era una brillante stella gialla finirà ad di sotto della visibilità ad occhio nudo, in un punto situato nell'attuale debole costellazione australe del Telescopio: quest'insolito punto di fuga (insolito perché attualmente la stella sembra dirigersi proprio nella direzione opposta a questa costellazione) è dovuto all'orbita di α Centauri attorno al centro galattico, che è molto inclinata rispetto al piano galattico e anche rispetto a quella del nostro Sole.[28]

La grande similarità fra le componenti del sistema ed il Sole in quanto a tipo spettrale, età e probabile stabilità delle orbite, ha suggerito che α Centauri sia uno dei siti più probabili per lo sviluppo di vita extraterrestre su un potenziale pianeta.[80][81][82][83][84]
Alcuni astronomi credono però che eventuali pianeti di tipo terrestre potrebbero essere aridi o non possedere un'atmosfera con spessore sufficiente a sostenere la vita; questo perché nel nostro Sistema Solare sia Giove che Saturno furono probabilmente fondamentali nel perturbare l'orbita delle comete, dirigendole verso la parte più interna del sistema solare, dove avrebbero fornito ghiaccio, e quindiacqua, ai pianeti interni[74]. Le comete avrebbero potuto trovarsi in una sorta di "Nube di Oort" posta nelle regioni più esterne del sistema, quando avrebbero potuto essere influenzate gravitazionalmente sia da giganti gassosi sia da eventuali stelle che transitavano nelle vicinanze, così che queste avrebbero potuto viaggiare verso la zona interna[28]. Tuttavia, non ci sono state finora dirette evidenze dell'esistenza di una "Nube di Oort" attorno a α Centauri AB e teoricamente questa potrebbe essere stata completamente disgregata durante la formazione del sistema.[28]. Altri invece sostengono che l'esistenza di una Nube di Oort non può essere al momento esclusa, e comunque il ruolo di Giove e Saturno potrebbe essere stato svolto dall'azione gravitazionale di una delle stelle del sistema nei confronti dell'altra.
Un eventuale pianeta simile alla Terra attorno a α Centauri A dovrebbe trovarsi a circa 1,25 UA dalla stella (circa a metà strada fra la distanza dell'orbita terrestre e quella marziana) per avere delle condizioni climatiche che consentano la presenza di acqua allo stato liquido. Per mantenere queste condizioni attorno a α Centauri B, un pianeta dovrebbe trovarsi ad una distanza di 0,7 UA, con un'orbita dunque simile a quella di Venere.[74][85]
Per trovare eventuali prove dell'esistenza di questi pianeti, sia Proxima Centauri che il sistema α Centauri AB sono fra gli obiettivi della Space Interferometry Mission (SIM) della NASA; trovare pianeti con una massa pari o inferiore a tre masse terrestri compresi entro due UA sarà possibile tramite l'applicazione di questo programma, che comunque non partirà prima del 2015.[86]
da wikipedia grazie
Le cose che ti si offrono in mille
dimensioni, come favola o come verità,
non sono che una torre di Babele
se l'amore non le lega. (Goethe)

L'albero della vita

L’Albero della Vita (Etz haHa'yim עץ החיים in ebraico) rappresenta simbolicamente, nella Cabala, le leggi dell’Universo (certi autori lo avvicinano all'albero della vita menzionato dalla Genesi in 2,9). La sua descrizione è considerata come quella della cosmogonia della mistica cabalistica.

Simbologia [modifica]

Certi commentatori ritengono che l'Albero della Vita sia un adattamento ebraico di simboli già presenti presso i popoli antichi: in effetti, ritroviamo in Egitto il sicomoro sacro come pure il Djed, che giocano un ruolo importante nell’esoterismo egizio. Altri Alberi della Vita esistevano ad esempio nella tradizione mesopotamica di Elam con potenti risonanze cosmogoniche. Sotto nomi diversi una stessa percezione si è installata in differenti culture: l’Albero della Vita si chiama l'Aśvattha in India, l'Albero Bo o la ficus religiosa dei Buddhisti, il Frassino, Yggdrasil dei popoli nordici, l’Asherahoriginale degli Assiri, il Java-Aleim (Jahva Alhim declinato in ebraico nel seguito) della tradizione cabalistica caldea[1].
Resta però il fatto che l'Albero della Vita cabalistico deriva sotto tutti gli aspetti dalla cosmologia ebraica e che i processi filologici, semantici e metafisici della sua elaborazione non dipendono affatto dalle tradizioni predette. L'essenziale della dottrina cabalistica afferente all'Albero Sefirotico è in effetti da ricercare nella letteratura midrashica, specialmente quella risalente alla fine del periodo delSecondo Tempio e riguardo alla quale lo Zohar propone una sintesi delle più complete.
Conviene precisare che l'Albero sefirotico così come lo rappresenta la Cabala ebraica è apparso solamente nel III secolo della nostra era in seno alle scuole rabbiniche. Ed è più globalmente nel XIII secolo che si espande più in particolare in seno alle scuole del sud della Francia e della Spagna. Se le forme differiscono da una cultura a un'altra, il fondo, l'essenza resta la stessa e conviene, per essere rigorosi, osservare le appropriazioni esclusive di certi popoli nei confronti di principi spirituali che sono all'origine liberi e universali.
Questo Albero della Vita può essere visto come la rappresentazione del processo di creazione che mette all'opera, tanto nel Macrocosmo che è l'Universo che nel Microcosmo che è l'Essere Umano, energie o potenze creatrici che emanano dal Creatore[2]. La mistica della Cabala utilizza l'Albero della Vita per tentare di distinguere l'Essenza Infinita (En Sof) di un Dio Unico e Creatore, nella maniera in cui egli ha creato a partire dal vuoto (ex nihilo) questo mondo finito (Sof) che è il nostro.
Questo Albero della Vita è impiegato ugualmente nella magia ermetica. Il processo di formazione analizzato allora è quello dell'atto magico, e il ruolo specifico di una Sephira nell'atto magico considerato è attivato dall'invocazione della potenza attiva che è associata ad esso.
Lo schema dell'Albero della Vita è formato da:
  • 4 mondi,
  • 10 centri energetici (o numerazioni chiamate Sephiroth),
  • 3 veli di esistenza negativa non manifestata,
  • 3 pilastri e 22 sentieri
il cui insieme forma le 32 vie della Saggezza (queste 32 vie corrispondono alle dieci Sephiroth e ai ventidue sentieri).

Le dieci Sephiroth [modifica]


L'albero cabalistico delle dieci Sephiroth.
Le dieci Sephiroth sono[3]:
  • Keter, diadema reale o corona (Centro della Volontà Creatrice, ispirazione dell'Universo.)
  • Khokhmah, prudenza e saggezza (Fonte dell'Energia Cosmica, per Amore e Saggezza.)
  • Binah, costruzione o formazione (Centro di Cristallizzazione, della Forma e dunque, Polo Femminile dell'Universo.)
  • Daat (Sephira nascosta, Grande Biblioteca Cosmica che racchiude tutte le memorie dell'Universo.)
  • Chessed (Centro dell'organizzazione e della Concretizzazione, dell'Abbondanza, del Potere e dell'Autonomia.)
  • Ghevurah (Dimora del "chirurgo celeste" che agisce perché le Leggi Cosmiche siano rispettate. Si tratta del Centro Maschile dell'Universo.)
  • Tiferet (Legame tra i Mondi dello Spirito e le Realtà Materiali, questo Centro impianta nell'Uomo la Coscienza.)
  • Nezakh (Centro della Bellezza che ispira, della Materializzazione dell'Amore.)
  • Hod (Centro che applica le Leggi della Sfera Binah a un livello vicino alla Dimensione Materiale. Si tratta dello stadio finale dell'Elaborazione del Piano della Vita.)
  • Yessod (Centro che produce la Realtà Materiale. Trasmette le informazioni di provenienza della Coscienza Superiore Tif'eret verso il Mondo Fisico e viceversa.)
  • Malkhuth (Centro che rappresenta la Realtà Fisica, associata al Pianeta Terra.)

I tre pilastri [modifica]

Le Sephiroth sono spesso ripartite in tre colonne, o gimel kavim ("tre linee" in ebraico). Nelle cerimonie iniziatiche, i due pilastri esterni sono rappresentati dai due pilastri del Tempio di SalomoneBoaz ("la forza è in lui") (il bianco, a destra) e Jachin ("egli stabilisce") (il nero, a sinistra); l'iniziato essendo lui stesso un terzo pilastro della conoscenza, posto tra gli altri due.
L'alternanza di destra / sinistra / centro ha dei paralleli in altri simbolismi:
  • Attività, Passività, Equilibrio.
  • Lo Yang, lo Yin, il Tao.
  • Il Padre, la Madre, e il Bambino.
  • La forza, la forma, la coscienza.
Gli occultisti principianti si fermano spesso all'idea che la forza maschile è associata al pilastro della misericordia, e la forma femminile a quello del rigore. Si tratta di un errore di prospettiva. Vi è effettivamente un'inversione di polarità nell'apparenza delle due Sephiroth alla base dei pilastri, al livello psichico che percepisce innanzitutto il nuovo iniziato, quando non ha superato il secondo velo.Nezakh (bellezza e sentimento), base del pilastro della forza/maschile ha come immagine magica una bella giovane. Hod (conoscenza intellettuale) base del pilastro della forma/femminile ha come immagine magica quella di un giovane intellettuale. È nei domini superiori metafisici, che la natura maschile e femminile dei pilastri appare nettamente, con Binah (la cui immagine magica è una vecchia donna) e Khokhmah (la cui immagine magica è un gigante possente).

Pilastro della misericordia [modifica]

La colonna di destra (in ebraico, kav yamin) è dominata da Khokhmah. È Jachin la bianca, il pilastro della forza, delle tendenze maschili. Le Sephiroth di questo pilastro (Khokhmah, Chessed, Nezakh) corrispondono a stati attivi.
Questo pilastro è dominato dai principi attivi, di costruzione, di cinetica.
Nella simbologia esoterica, la progressione lungo questo pilastro corrisponde alla magia baccanale dell'ebbrezza, quella dell'invocazione, dove la coscienza è modificata dalla messa in gioco delle emozioni.

Pilastro del rigore [modifica]

La colonne di sinistra (in ebraico, kav smol) è dominata da Binah. È Boaz la nera, il pilastro della forma, degli aspetti femminili. Le Sephiroth di questo pilastro (Binah, Ghevurah, Hod) corrispondono a stati di struttura, passivi.
Questo pilastro è dominato dalle simbologie passive di statica, di distruzione.
Nella simbologia esoterica, la progressione lungo questo pilastro corrisponde al velo del mago, dell'occultismo, dell'evocazione. La coscienza è modificata dal rigore, dallo studio e dalla conoscenza.

Pilastro della coscienza [modifica]

La colonna centrale è dominata da Keter, ed è chiamata il pilastro dell'equilibrio, o della coscienza. Le Sephiroth questo pilastro (Keter, Tiferet, Yessod e Malkhut) traducono un equilibrio tra forza e forma, maschio e femmina, azione e struttura: corrispondono a stati di coscienza equilibrata.
La via di questo pilastro è soprannominata la via della freccia. È la via filosofica e mistica, che comincia con la devozione e finisce con la contemplazione.

I tre veli [modifica]

L'Albero della Vita è tradizionalmente diviso in quattro sezioni, separate da tre veli orizzontali.
  • Il primo velo è quello dell'iniziazione. Esso forma il limite tra Malkhut e il resto dell'albero. L'iniziato che supera questo velo, all'inizio del suo lavoro, prende coscienza del mondo non materiale, e può cominciare a padroneggiare il dominio spirituale e mentale.
  • Il secondo velo è il Paroketh. Esso separa le tre Sephiroth del mondo psichico (YessodHodNezakh) da quelle dei domini superiori. L'iniziato che lo supera raggiunge la piccola illuminazione, la nascita di Tiferet, e prende coscienza della sua natura profonda.
  • Il terzo velo è quello della coscienza stessa. Esso attraversa Daat, la non Sephira della conoscenza, e separa le tre Sephiroth del mondo mistico (TiferetGhevurahChessed) dalle tre Sephiroth metafisiche (BinahKhokhmahKeter). L'iniziato che lo supera raggiunge la sua natura divina, ma perde la propria individualità: è il dominio dell'estasi mistica.
Un quarto velo, il velo dell'esistenza, separa l'Albero della Vita stesso dal non creato primordiale, l'Ain Soph Aur. L'iniziato che lo supera raggiunge Dio, ma perde la sua esistenza (perché è scritto che nessuno può vedere Dio e vivere).

I quattro mondi [modifica]

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i 4 mondi sono:
  • Atzilut: l'Emanazione (gli archetipi, i concetti, la mente astratta),
  • Beri'ah: la Creazione (la mente concreta, le forme pensate),
  • Yetzirah: la Formazione (le emozioni, i sentimenti, l'astrale),
  • Asiyah: l'Azione (la cristallizzazione).
La corrispondenza fra i quattro mondi e l'Albero della Vita si può fare seguendo vari sistemi.
Una prima corrispondenza dà:
  • Atzilut corrisponde a Keter.
  • Beri'ah corrisponde a Khokhmah e Binah.
  • Yetzirah corrisponde alle sei Sephiroth successive.
  • Asyiah corrisponde a Malkhut.
Una seconda corrispondenza, geometrica, s'interessa più delle interazioni tra Sephiroth, e tende a centrare ogni mondo su una delle Sephirot del pilastro centrale e sul passaggio di un velo. Questa corrispondenza si legge nei motivi circolari dell'Albero della Vita, e associa un mondo a ogni cerchio che serve a tracciare l'albero
  • Asyiah è centrato su Yessod, e si estende da Malkhut a Tiferet, includendo Hod e Nezakh, e attraversando il velo dell'iniziazione.
  • Yetzirah è centrato su Tiferet, e si estende da Yessod a Daat, attraversato dal Paroketh. Esso include dunque Chessed, Ghevurah, Nezakh e Hod, e raduna le sei Sephiroth associate allo Zoar Anpin (il piccolo volto, o Microprosopus).
  • Ber'iah è centrato su Daat, e si estende da Tiferet fino a Keter. Esso è attraversato dal velo della coscienza, e contiene Khokhmah, Binah, Chessed e Ghevurah.
  • Atzilut è centrato su Keter, e si estende da Daat fino ad Ain Soph Aur. Esso comprende Khokhmah e Binah, ed è interamente al di là dell'abisso formato dal Paroketh.
Una terza corrispondenza è da avvicinare al detto "c'è un albero della vita in ciascuna Sephirot". Qui, ogni mondo è considerato come avente il proprio albero della vita; il Keter del mondo inferiore coincidendo con il Malkhut del mondo superiore. Così, nel processo di formazione, ogni mondo è descritto da un albero autonomo, attivato dal risultato del mondo superiore, e la cui produzione attiva a sua volta il mondo inferiore.
La quarta corrispondenza è intermedia tra le due precedenti: la geometria circolare dell'albero è utilizzata, ma in mamiera tale che il Keter del mondo inferiore coincide con il Tiferet del mondo intermedio e il Malkhut del mondo superiore. In questa rappresentazione, ogni mondo è dunque dotato di un albero autonomo, la cui parte inferiore è parzialmente condivisa con il mondo inferiore, e la parte superiore con il mondo superiore.
Quest'ultima corrispondenza identifica infine cinque sovrapposizioni diverse, che implicano ciascuna cinque Sephiroth da una parte e dall'altra di una frontiera. Questo doppio quintenario può così collegarsi alla teoria dei quattro elementi completati da un quinto elemento spirituale: ogni "mondo" descrive il passaggio da un elemento all'altro, la descrizione di questo passaggio facendosi essa stessa attraverso l'articolazione di cinque elementi a monte (oggettivi) e di cinque elementi a valle (soggettivi), corrispondendo l'insieme alle dieci Sephiroth. In questa visione, i quattro mondi corrispondono alle quattro transizioni da un elemento all'altro, ogni transizione essendo descritta da un albero che partecipa a sua volta alla tappa anteriore e a quella posteriore.

La creazione 

Le 10 Sephiroth dell'Albero della Vita, da Keter a Malkhut, corrispondono a dieci tappe che compongono ogni processo di creazione cosciente.
Ain Soph Aur: in principio, c'è «qualcosa» d'increato, d'infinito e di assolutamente indifferenziato. La cosa più semplice è di designare questo stato con «nulla», intendendosi che è al tempo stesso un vuoto assoluto (perché non contiene alcuna «cosa») e un principio saturo di potenzialità. All'avvio della creazione, di questo «nulla» emerge «qualcosa». Questa tappa primordiale è a volte designata conTzimtzum: l'increato in parte si ritira, relativizza il suo assoluto, perché la creazione possa avere luogo. Il velo dell'esistenza è così superato.
  • Keter è il punto d'entrata attraverso il quale la creazione si manifesta nel mondo, attraverso un'insufflazione permanente di esistenza. In questa tappa, la creazione guadagna la sua capacità di essere.
  • Khokhmah è la tappa in cui si acquisce l'impulso primordiale, il primum mobile, che spinge la creatura nell'esistenza. La creazione guadagna qui la sua forza fondamentale, il suo desiderio di divenire. Questa energia non è orientata né strutturata in questo stadio. Il suo desiderio di realizzarsi non può ancora compiersi, poiché essa non ha ancora per realizzarlo un limite tra «sé» e «non-sé», e neanche tra «prima» e «dopo»: è un'energia assoluta, ma ancora totalmente potenziale in questo stadio.
  • Binah dà alla creazione la sua capacità di essere strutturata. Ponendo la possibilità di un limite, Binah permette alla forza di realizzarsi in «qualcosa» di manifesto e di attivo.
Daat corrisponde al superamento del secondo velo, quello dell'individualità. Il principio fecondante maschile di Khokhmah si unisce al principio femminile di Binah, per dare origine all'essere manifestato.
  • Chessed rappresenta la vocazione particolare della creatura che si è appena individualizzata. Questa forza individualizzata è il destino o l'ispirazione visionaria che dà un senso e un'identità profonda a tutta un'esistenza. In questo stadio, la creazione è dotata di un destino individualizzato. Chessed è colui che permette all'essere di acquisire la propria identità.
  • Ghevurah, sul pilastro della forma, rappresenta la qualità della permanenza: ogni essere tende a conservarsi. Per compiere qualcosa, occorre provocare cambiamento, e dunque far scomparire le forme che vi si oppongono; per restare sé stesso nel tempo, occorre preservare la propria identità profonda, e far scomparire ciò che la metterebbe in pericolo. Il «chirurgo celeste» taglia ciò che è necessario sacrificare per compiere il destino designato attraverso Chessed. Ghevurah è ciò che permette all'essere di mantenere la propria identità.
  • Tiferet realizza un equilibrio tra queste due logiche di creazione e distruzione, realizzandole fino al punto in cui è giusto e necessario. È il punto in cui la volontà di creare qualcosa di specifico diventa possibile. Tiferet è ciò che permette a un essere autonomo di essere effettivamente creato, dopo aver acquisito la sua identità e la sua capacità di conservarla.
La creazione supera in seguito il terzo velo del Paroketh: la sua storia può cominciare a svolgersi.
  • Nezach, sul pilastro della forza, è il luogo delle tendenze fondamentali che strutturano l'attività di questa creatura: impulsi, voglie, sentimenti, sorgenti di energie diverse e differenziate. La comprensione di Nezach dà la chiave delle motivazioni dell'essere, di ciò che lo fa muovere.
  • Hod, sul pilastro della forma, è il luogo delle spiegazioni, la struttura di funzionamento, ciò che collega le cose le une alle altre. È il dominio della logica e della descrizione astratta, distaccata. La comprensione di Hod dà la chiave del funzionamento dell'essere, nella maniera in cui può agire e reagire per relizzare il suo destino.
  • Yessod, sul pilastro della coscienza, è l'ultima tappa prima della materializzazione. È il luogo dell'interfaccia tra la coscienza e il reale. La comprensione di Yessod permette di comprendere come la coscienza possa agire sul mondo reale (e inversamente, come il reale è percepito dalla coscienza).
La creazione supera allora il terzo velo, quello dell'iniziazione, e può materializzarsi.
  • Malkhut è la maniera in cui la creazione è materializzata nel mondo; la tappa finale del «verbo che si fa carne». È qui che la creazione diventa oggettiva, tangibile e permanente.
La descrizione della creazione attraverso le dieci Sephiroth si può applicare a qualsiasi creazione: realizzare un disegno, fare una passeggiata... è un esercizio richiesto ai cabalisti principianti di analizzare un'attività qualunque appoggiandosi a queste tappe.

La salita delle sfere [modifica]

Nell'ordine inverso, le 10 Sephiroth dell'albero della Vita corrispondono a dieci tappe di purificazione spirituale, che l'iniziato percorre spiritualmente per passare dal mondo materiale all'unione con Dio:
  • Malkhut corrisponde a ciò che è puramente materiale e oggettivo in ciò che si sperimenta. La caratteristica del mondo materiale è di resistere al cambiamento, di essere permanente e di esistere indipendentemente da un osservatore.
  • Yessod è ciò che resta quando ci si libera della materia, e si prende coscienza del carattere non oggettivo delle nostre percezioni. Corrisponde all'esperienza del mondo come lo si immagina, in quanto è percepito da un osservatore. È il dominio del cambiamento e dell'apparenza.
  • Hod è ciò che resta quando ci si distacca dall'apparenza immediata del fenomeno, è il mondo della logica e del pensiero astratto. Corrisponde alla conoscenza, al ragionamento, alle spiegazioni.
  • Nezakh è ciò che resta quando si padroneggia e si elimina il commento verbale e la sua logica. È il mondo dell'emozione e della passione. È il dominio che fornisce la dinamica della nostra azione.
  • Tiferet è cio che resta quando si elimina la spinta passionale, e la sua dinamica temporale. È il dominio della coscienza pura, ieratica. È il luogo in cui la bellezza dell'essere può essere contemplata in sé, perché esso si presenta integralmente, nell'eternità, con la sua logica raggiunta. «Io sono bella, o mortale, come un sogno di pietra» ; «io odio il movimento che separa le linee, e mai piango e mai rido.» Tiferet permette di contemplare tutto il suo essere, ma questa sua prima contemplazione fa prendere coscienza della sua imperfezione.
  • Ghevurah è ciò che si trova al di là della contemplazione introspettiva. È il dominio in cui si manifesta la disciplina necessaria a scartare ciò che è improprio, e mantenere l'essere nella sua purezza.
  • Chessed è ciò che resta quando si elimina il rigore intransigente necessario a Ghevurah. È il mondo della compassione, là dove può essere percepito il destino profondo dell'essere.
  • Binah è ciò che resta quando si può fare astrazione della giustificazione di Chessed. Non resta altro che la coscienza profonda della limitazione, di ciò che mette ostacoli, della separazione fondamentale che è la coscienza individuale quando essa si oppone al tutto.
  • Khokhmah è ciò che resta quando ogni differenziazione apportata da Binah è scomparsa: è l'azione pura.
  • Keter è l'ultima purificazione, quella in cui non sussiste altro che l'essenza in rapporto a sé stessa.
In questo esercizio, occorre vedere bene che tutto ciò che è al di là di Nezakh è al di là della parole, dunque qualcosa d'indicibile, che può essere provato ma difficilmente espresso se non in un modo poetico. Allo stesso modo, stati che vanno al di là di Tiferet sono al di là della coscienza personale: essi possono dunque essere sperimentati solo attraverso i loro effetti sulla coscienza, ma non direttamente: il «dito del destino» che è Ghevurah agisce solo in maniera anonima.

Concretamente, come si manifestano le Sephiroth nella vita di tutti i giorni? [modifica]

Secondo la Cabala, ciascuno ha in sé una percentuale di ogni Sephiroth. Ci sono Sephiroth che si annullano tra loro come il Khokhmah e il Binah e altri che si potenziano come il Ghevurah e il Keter. Questi principi sono il fondamento stesso della psicologia e della condizione umana.

L'Albero della Vita: una realtà così immateriale e profonda 

Nella Cabala, la sfera rappresenta la possibilità di legame tra due elementi. La Terra (mondo in basso dei mortali) è collegata a una sfera celeste attraverso un canale. Questo canale è il legame tra il mondo spirituale (fonte di ogni elemento) e il mondo materiale (manifestazione).
Attraverso questo canale, c'è un legame perpetuo. Come l'anima è collegata al corpo attraverso un canale, vi è chi dice che è un canapo d'argento che provoca scambi tra l'anima e il corpo, esempi di scambi molto rari: Yehida, essenza dell'anima, è il più alto scambio spirituale tra il corpo e l'anima divina (fonte di tutte le anime) attraverso l'anima monda, che utilizza il canale tra il mondo spirituale e il mondo materiale come pure quello tra l'anima e il corpo; viene in seguito il Rouah Hakodesh, vento di purezza che si manifesta attraverso una visione profonda sullo stato spirituale e fisico di un'altra persona o del mondo stesso, vale a dire la previsione degli eventi e come annullare i cattivi decreti (Pidyone Nefesh), come pure la maniera di riparare; il Rouah Shtout, vento di follia.
Ma non bisogna prendere nulla in senso letterale, dunque non si deve immaginare una sfera nel cielo. È soltanto un simbolo che favorisce l'intelletto umano.
da wikipedia grazie

Billy Idol
Sweet Sixteen


LA RISPOSTA E' NELLA DOMANDA
SIATE PERPLESSI
ALEA IACTA EST
ABBANDONATE L'EGO
STATE UNITI
KAMITA!
Per non sentire più Nerone che dice (entrando per la prima volta nella Domus Aurea:

« Bene! Finalmente posso cominciare a vivere come un essere umano! »
La Domus Aurea ("Casa Dorata" in latino) era un grande palazzo costruito dall imperatore romano Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64.



Per aspera ad Astra

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