26/07/11

Electric Dragon 80000 V (Sogo Ishii)

Electric Dragon 80000 V
di Sogo Ishii (2001 GIAP 55')
Autore di culto dei primi anni Ottanta, Sogo Ishii, furoreggiante precursore del cyberpunk nipponico con i suoi seminali e imperdibili Crazy Thunder Road (1980) e Burst City (1982), torna alla vena delle origini con questo ufo di celluloide in bianco e nero, che miscela lucertole ed elettricità, chitarre elettriche e pugilato, dragoni ed elettroshock. Tutto ha inizio a Tokyo, con un bambino che rimane folgorato dall'alta tensione, sopravvive, ma riporta un danno al cervello rettiliano (la parte più ancestrale del cervello umano, quella che controlla le emozioni), che risveglia in lui l'istinto animale e lo fa diventare un superconduttore di elettricità: sarà Dragon Eye Morrison, il recuperatore di rettili dispersi nonché chitarrista rumorista e selvaggio (la chitarra elettrica gli permette di scaricare i volt che lo attanagliano). Il suo antagonista è Thunderbolt Buddha, ninja mutante, intercettatore di elettricità, con mezzo volto ricoperto di metallo raffigurante il Buddha. Tra i due si instaurerà una lotta serrata a colpi di folgorazioni e schitarrate con una dinamica sequenziale degna del più delirante dei manga (i dialoghi sono sostituiti nel film da fiammeggianti didascalie in puro stile fumettistico). Tutto è all'insegna del furore e dello sberleffo e la colonna sonora punk distorta di Hiroyuki Onogawa accompagna degnamente le balenanti immagini. Da notare che il regista nella parte dei due protagonisti ha arruolato due assolute star nipponiche e uno di questi, Tadanobu Asano/Dragon Eye, ha pure curato parte della colonna sonora, avendo formato per l'occasione (insieme al regista) una punk band dal nome Mach 1.67. Girato in un insidioso bianco e nero, tutto il film è permeato da un'energia incisiva e da uno humour tagliente che si fa beffe del ribellismo giovanile. Mi raccomando astenersi dalla visione se si soffre di epilessia.

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