19/02/11

Risposta a un'inchiesta (Antonin Artaud)

Risposta ad un'inchiesta
di Antonin Artaud
1) Che genere di film Vi piace?
Mi piace il cinema.
Mi piacciono i film di qualsiasi genere.
Ma ogni genere di film resta ancora da inventare.
Credo che il cinema possa ammettere solo un certo genere di film: quello che saprà utilizzare tutti i mezzi sensuali dell'azione del cinema.
Il cinema implica un rovesciamento totale dei valori, un completo sconvolgimento dell'ottica, della prospettiva, della logica. E' più eccitante del fosforo, più avvincente dell'amore. Non si può continuare a distruggere il suo potere galvanizzante facendo ricorso a soggetti che ne neutralizzano gli effetti e che appartengono al teatro.
2) Che genere di film Vi piacerebbe veder realizzato?
Chiedo dunque dei film fantasmagorici, dei film poetici, nel senso denso, filosofico del termine, dei film psichici. Il che non esclude né la psicologia né l'amore, né l'esibizione di ogni altro sentimento umano. 
Purché siano film in cui venga operata una triturazione, un rimescolamento delle cose del cuore e della mente al fine di conferire loro quella virtù cinematografica che resta da trovare. Il cinema richiede dei soggetti eccessivi e una psicologia minuziosa. Esige la rapidità, ma soprattutto la ripetizione, l'insistenza, il ritorno. L'animo umano sotto tutti i suoi aspetti. Al cinema siamo tutti crudeli. E' la superiorità e la legge potente di quest'arte con il suo ritmo, la sua velocità, il suo carattere di lontananza dalla vita, il suo aspetto illusorio, a esigere che tutti gli elementi siano passati attraverso un fitto setaccio e così resi essenziali. Per questo ci chiede soggetti straordinari, stati culminanti dell'anima, un'atmosfera visionaria. Il cinema è un eccitante notevole. Agisce direttamente sulla materia grigia del cervello. Quando il sapore dell'arte accompagnerà in misura sufficiente l'ingrediente psichico che detiene, allora si lascerà alle spalle, lontano, il teatro che relegheremo in fondo all'armadio dei ricordi. Perché il teatro è già un tradimento. Andiamo a teatro molto di più per vedere gli attori che le opere, in ogni caso sono innanzi tutto essi ad agire su di noi. Al cinema l'attore è solo un segno vivente. La scena, il pensiero dell'autore e la serie di avvenimenti si esauriscono in lui. Per questo non ci pensiamo. Charlot interpreta Charlot, Pickford interpreta Pickford, Fairbanks interpreta Fairbanks. Sono il film. Non potremmo immaginarlo senza di loro. Stanno in primo piano senza essere invadenti. Per questo non esistono. Dunque, niente s'interpone tra l'opera e noi. Il cinema possiede soprattutto la virtù di un veleno inoffensivo e diretto, di un'iniezione sottocutanea di morfina. Per questo l'oggetto del film non può essere inferiore al potere d'azione del film - e deve partecipare del meraviglioso.

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