08/12/10

Fingers (James Toback)

Fingers
di James Toback (1978 USA 90')
In una infida New York notturna un pregevole (ma fallimentare) suonatore di pianoforte di nome Jimmy Fingers, sbarca il lunario recuperando crediti per conto del padre, bookmaker illegale e puttaniere impenitente. Jimmy è elegante, arrogante, sicuro di sé e anomalo, ama girare con una sciarpa bianca e una grossa radio accesa sotto braccio, diffondendo sfacciatamente nell'aria i migliori successi rock del periodo. Ad interpretarlo è un fantastico Harvey Keitel, già dotato di una spiazzante recitazione viscerale e sanguigna, che riesce a rendere alla perfezione il tormento interiore di questo killer atipico, fenomenale latin-lover, ma affetto da un problema di eiaculazione precoce a causa di una dolorosissima prostatite. Sulla figura di  questo nevrotico irrisolto aleggia un'omosessualità repressa, svelata sia dalla ricerca del sesso compulsivo che dagli sguardi incuriositi che Jimmy si scambia per un attimo in un ristorante con un bel ragazzo che lo osserva da lontano. Jimmy Fingers vive la stessa angoscia e disperazione che Keitel ci mostrerà nel Cattivo Tenente ferrariano, anche qui infatti lo sentiamo sfaldarsi completamente fino ad arrivare a piangere nudo con la testa fra le mani. Autodistruzione, fallimento, confusione sessuale e crisi d'identità di un gangster atipico in un cinema d'autore cristallino e controcorrente. La regia, i dialoghi secchi e diretti e la sceneggiatura del film sono eccellenti, tanto che James Toback ne emerge come un grandissimo della Settima Arte. La fotografia è di Mike Chapman, lo stesso di Taxi Driver e le atmosfere anche per questo sono analoghe, ma qui l'approccio è ancora più radicale, con numerose scene spiazzanti da antologia e di un'intensità psico-fisica quasi insostenibile: fa togliere il diaframma alla magnetica amante scultrice prima di un rapporto con l'intenzione di avere un figlio da lei, subisce una dolorosissima esplorazione rettale in visita dal medico, assiste muto ad un violento triangolo amoroso tra un mastodontico pugile, la sua donna e la compagna di quest'ultimo...Ma non mancano anche i momenti poetici come quello in cui in carcere per sedare una lite Jimmy simula un'aria di Bach o quando per consolare una senzatetto che sta piangendo la inizia a corteggiare. In italiano il film si intitola malamente "Rapsodia per un killer", ma è quasi introvabile, che aspettano ad editarlo in dvd? Non lo sanno che Jean Luc Godard lo considera uno dei più bei film di tutti i tempi? Ehi teste di rapa, qui siamo sulla stessa linea di Scorsese e Coppola...sveglia! Molto meglio del pur bel remake del 2005 di Audiard dal titolo "Tutti i battiti del mio cuore".

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