20/10/10

Programmazione Cinema Novembre 2010 Scaglie

Novembre Cinema 2010 Scaglie

Domenica 7 Novembre ore 21.30
Valhalla Rising
di Nicolas Winding Refn (2009  DAN/UK 93')
Refn, già autore di Pusher e di Bronson, si rivela cineasta sorprendente: girando un film selvaggio, violento e pulsionale come pochi, ma pervaso da un'aura metafisica e avvolto in una tale atmosfera perturbante da regalarci una visione decisamente emozionante. Il film, impreziosito da numerosi simbolismi mitologici nordici, è diviso in sei parti (Collera, Guerriero Silenzioso, Uomini di Dio, La Terra Santa, Inferno, Il Sacrificio) ed è incentrato sulle avventure di un implacabile guerriero pagano, muto e orbo, preso prigioniero da Vichinghi Cristiani durante il Medioevo. Su tutto il film la fanno da padrone i magnifici paesaggi scozzesi che contribuiscono a rendere le scene arcane e suggestive, dominate da una Natura magnifica, ma alquanto minacciosa. One Eye, questo il nome del guerriero interpretato da un affascinante Mads Mikkelsen, inizialmente è utilizzato dai Vichinghi per dei truci combattimenti tra prigionieri, sui quali si fanno scommesse senza alcuna pietà per la sorte dei perdenti. Quando non combatte, l'imbattibile One Eye è rinchiuso in una gabbia e nutrito da un timido ragazzetto di nome Are, con il quale instaurerà a poco a poco una specie di contatto telepatico. Guidato dall'odio, One Eye riuscirà a liberarsi e Are lo seguirà diventandone la voce. Durante il loro cammino i due si uniranno ad un gruppo di Vichinghi Cristiani per un viaggio in barca diretti verso la presunta Terra Santa. Insieme navigano, perseguitati da una nebbia impenetrabile e convinti di essere vittima di una maledizione (tre morti e un disperso durante il viaggio), fino a quella che dovrebbe essere Gerusalemme. One Eye durante il viaggio è spesso colpito da sogni o visioni premonitori (la pellicola in questi è virata al rosso sangue). In realtà è presumibile che il gruppo sbarchi in Nord America, ma purtroppo per loro questa Terra poco Santa è fin da subito zeppa di segnali minacciosi: su tutti dei cadaveri adagiati su una specie di palafitte e delle frecce di pietra, scagliate da nemici invisibili, che piombano improvvisamente su alcuni membri del gruppo uccidendoli. Il film si configura come una critica feroce al fanatismo religioso e scava singolarmente a fondo nell'essenza del cuore di tenebra degli esseri umani. One Eye, indimenticabile durante un suo rito propiziatorio davanti ad un totem di sassi, è probabilmente la materializzazione di uno spirito (lo stesso Odino?) proveniente dall'Inferno del Nord, come ci viene suggerito in uno spezzone della pellicola. A colpire è però l'enigmatica figura di Are, unico superstite in questo rito di passaggio che è il film e probabilmente futuro messaggero di un Nuovo Credo. Forse l'atteso Zarathustra..

Domenica 14 Novembre ore 21.30
Un tranquillo posto di campagna
di  Elio Petri (1968 ITA/FRA 106’)
“Il soggetto di un tranquillo posto di campagna risale al '62, l'avevo scritto con Tonino Guerra, ma potei girarlo solo sul finire del '67.
In quegli anni si parlava molto dell'alienazione, tipica della ricerca antonioniana.Si puo' parlare di una vera e propria schizofrenia dell'uomo moderno. Credo, per esempio, di essere io stesso schizoide: professo idee tipiche degli ambienti della sinistra rivoluzionaria, e partecipo al sistema capitalistico, sfrutto degli sfruttati. Non direttamente, nel senso economico, ma, il risultato e' lo stesso, dal punto di vista sociologico, sul piano del privilegio,della paga. Per il momento e' una faccenda solo morale ma e' una situazione da schizofrenia. La ragione per cui difendo un tranquillo posto di campagnia e' questa: era il ritratto di un artista, di un intellettuale borghese e della sua scissione. Era un artista borghese che, almeno per quanto stava nei suoi mezzi espressivi,aveva tentato di rivoluzionare le forme, le formule, e che si trovava prigioniero del sistema della produzione in serie. Di qui la sua fuga verso i fantasmi della cultura romantica”. Petri fa uno dei suoi film più belli, senza intellettualismi, ma strettamente imparentato col cinema underground newyorchese e percorso da una tensione degna dei migliori film di Dario Argento. La sua poetica è paragonabile a quella degli artisti pop, infatti è vicino all’esperienza di molti amici pittori e ne partecipa i segreti attraverso il protagonista del film. All’artista, stretto nella morsa tra ambizioni di contestazione e richieste di mercato, non resta che cercare la compagnia di un fantasma. Notevoli Franco Nero e Vanessa Redgrave.

Domenica 21 Novembre ore 21.30
Kynodontas - Canino
di Giorgios Lanthimos (2009 GRE 94')
Dalla critica Grecia arriva una pellicola spiazzante, isterica, crudele, ma non gratuita. Due genitori, per motivi sconosciuti, mantengono i loro tre figli adolescenti segregati all'interno di una splendida villa con piscina, convincendoli che il mondo esterno sia un minaccioso inferno e nel frattempo raccolgono filmati amatoriali sulla loro vita familiare, che ovviamente si configura come bizzarra ai massimi livelli. Quello che colpisce nel film sono le relazioni disfunzionali e anaffettive che si vengono a creare tra i personaggi e il ribaltamento dei significati delle parole comuni messo in atto dai genitori, allo scopo di arginare i dubbi e le inevitabili domande dei tre ragazzi, quando frammenti della realtà esterna irrompono per vie traverse nella loro quotidianità. Su tutto aleggia un'atmosfera malsana e una perturbante sessualità...completano la pellicola alcune affascinanti scene surreali: tra tutte spicca quella del ballo incontrollato delle due ragazze davanti ai due soddisfatti genitori. Il film esplora l'eccesso di protezione che può sviluppare un genitore nei confronti di un figlio allo scopo di preservarlo da corrompenti influenze esterne, fino al limite estremo che giunge a negare i naturali istinti umani e la curiosità sul mondo. Chiaro che l'obiettivo del regista è quello di fare una raggelante metafora sul controllo a cui, nei nostri tempi, sono sottoposti buona parte degli esseri umani ad opera di istituzioni e governi totalitari. Nella pellicola viene mostrata l'implosione della famiglia, ma anche la condizione di cecità subita da individui in una società in cui chi dovrebbe fornirgli informazioni, preferisce invece costantemente censurare la verità. Chiaro però che, come nel film, tutto è fatto al preciso scopo di proteggerci...

Domenica 28 Novembre ore 21.30
Omaggio a Claude Chabrol
Il tagliagole
di Claude Chabrol (1969 FRA 95')
Tra una direttrice di scuola e un macellaio nasce un'affettuosa amicizia. Nel frattempo nei dintorni della scuola viene trovato il corpo di una ragazza uccisa. Poco dopo viene scoperto un altro cadavere. È sospettato il macellaio. Autore nel 1956 di una monografia su Hitchcock, Claude Chabrol è rimasto fedele alla sua passione di gioventù. Fu il più criticato fra i registi della Nouvelle Vague per essersi arreso quasi subito alle ragioni del cinema commerciale, all’opposto di quel che ha fatto Jean-Luc Godard. In realtà diversi film di Chabrol sono invecchiati molto meglio di molti di Godard e va anche detto che spesso i migliori gialli di Chabrol non hanno veramente nulla da invidiare alle pellicole di Hitchcock. Per Chabrol l’intrigo poliziesco non è che un pretesto: ciò che gli importa è la scoperta del paesaggio umano con tutte le sorprese relative. La provincia tranquilla e annoiata nasconde qualcosa di inquietante, qualcosa di primitivo che si nasconde nella psiche dei suoi abitanti... Il tagliagole è decisamente uno dei film più belli di Chabrol, a metà strada tra il giallo/horror e il melodramma e dotato di uno stile elegante e riconoscibile.

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