19/08/10

The Trip (Roger Corman)

The Trip
di Roger Corman (1967 USA 77')



Lo registrai da Italia7 nel lontano 1993 e a quei tempi era veramente un cult movie introvabile, tre anni dopo lo proiettammo a Scaglie con buon successo di pubblico, anche se avevamo molti dubbi circa l'integrità della copia televisiva (in realtà monca di ben cinque minuti). Il film racconta il viaggio esperito attraverso l'assunzione di LSD da parte di un giovane regista disilluso e in crisi esistenziale, la cui vita sta precipitando a causa di un sofferto divorzio. La pellicola è scritta da Jack Nicholson e contiene molti elementi autobiografici (divorzio, droga, controcultura, appetito sessuale insaziabile) e le psichedeliche visioni sono create dall'immaginazione di Corman, che comunque non nega di avere fatto uso di LSD prima di girarlo. Il protagonista è Peter Fonda, il traghettatore infernale è Bruce Dern (ma in origine doveva essere Jack Nicholson stesso) e il gran cerimoniere del Tempio Psichedelico che disserta su mistici viaggi al roybal è il mai troppo compianto Dennis Hopper, per cui i rimandi al futuro Easy Rider non sono certamente pochi. Peter Fonda attraverso l'esperienza lisergica spera di allontanare la sofferenza e di scoprire qualcosa su sé stesso, sulla propria più intima natura ed in effetti il film, in cui Corman dà libero sfogo alle sue fantasie, si configura come una pura materializzazione dei fantasmi dell'inconscio del protagonista, che ne uscirà frammentato in mille schegge impazzite. Molte sono le visioni piacevoli o più spesso angoscianti del protagonista tra filtri colorati, luci stroboscopiche, simboli archetipali e immagini subliminali che culminano nella prefigurazione della sua morte per impiccagione, susseguente ad un rito sacrificale. Tra le sequenze da ricordare si segnalano quelle amorose in cui i corpi degli amanti sono ricoperti dalla proiezione di immagini psichedeliche e quelle misteriose girate nel bosco (tra nani, streghe e cavalieri senza volto) che richiamano le atmosfere dei film di Corman tratti da Edgar Allan Poe. Il finale aperto lascia qualche dubbio sul futuro del regista, che dall'esperienza iniziatica, se capace di ricomporsi, potrebbe anche rinascere ad una nuova vita colma di creatività. Un film spiraliforme e caleidoscopico che, a distanza di quarant'anni, ancora incuriosisce e rimane testimonianza di un'epoca a suo modo unica e irripetibile. Dimenticavo...impreziosito dalla musica degli Electric Flag.

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