01/03/10

Philippe Caza

Philippe Caza

Fumettista talentuoso e raffinato, dotato di un'incredibile capacità di mescolare sapientemente la fantascienza, il fantasy nero, la poesia e l'erotismo. Colonizzatore di mondi stranianti e creatore di ipnotizzanti visioni olografiche, Caza ha collaborato con diverse riviste di fumetti pulp come Pilot, Métal Hurlant ed Heavy Metal, diventando un autore riconosciuto universalmente come di culto, al pari di Moebius e Roland Topor. Generoso funambolo del mondo onirico, Caza ha regalato la sua arte anche al cinema, collaborando prima con René Laloux per Gandahar (1988) e poi con Philippe Leclerc per I figli della pioggia (2003). Nel 1988 ha anche diretto un enigmatico cortometraggio, in collaborazione con René Laloux, dal titolo "La prisonnière", che potete vedere nel filmato in fondo al post. Va sottolineato come si sia mantenuto al passo coi tempi, infatti la sua ultima produzione è sempre più orientata verso la ricerca di combinazioni originali, utilizzando sia tecniche tradizionali che informatiche.

"Penso che la ricerca del dettaglio sia un passaggio necessario per giungere ad uno stile più semplice. La semplicità del tratto non è sinonimo di povertà, ma al contrario un punto d’arrivo, un obiettivo. Diciamo che all’inizio, nel soffermarsi sul minimo dettaglio, si vuole spesso sedurre e dimostrare il proprio valore. È una sorta di apprendistato. Col tempo passa. È anche una questione di resa e di rapidità. Il disegno è un apprendistato costante, e la sua padronanza, ossia il suo affinamento, il tratto che ne riassume dieci, non si acquista se non con l’esperienza"

"Per me, gli eventi che hanno segnato i passati trent’anni, in sintesi, sono stati la creazione delle riviste, poi degli albi, e la morte delle riviste! Attorno a ciò si è creato un nuovo pubblico. C’è sempre il pubblico di Asterix, che si può definire "familiare", o "il grande pubblico". Ma c’è ormai un segmento di pubblico più puntiglioso che ama i begli albi, le dediche, gli ex-libris e ciò che sta a lato del fumetto. Dei collezionisti insomma, degli appassionati. Altro elemento importante di questa evoluzione è l’emergenza dei "piccoli editori indipendenti", come l’Association. Questi hanno aperto le porte ad un fumetto dallo spirito "fanzinaro", ma di qualità e diffusione professionali. Hanno sfruttato ciò che i grandi editori non si permettevano di fare, perché non considerato remunerativo. Pertanto, tutti questi grandi editori si sono messi a creare le loro collezioni in piccolo formato bianco e nero. Hanno in qualche modo lavorato per "recuperare" questo movimento. Altro fenomeno rilevante: l’arrivo massiccio sul mercato dei manga. Ciò ha provocato una certa preoccupazione, nel senso in cui tutt’a un tratto si è cominciato a vedere ragazzini di 10-12 anni precipitarsi sui manga, senza degnare di uno sguardo ciò che facevamo noi, quei piccoli farabutti! Ma al di là dell’aspetto commerciale, occorre riconoscere che ci sono degli aspetti interessanti nei manga, nella tecnica narrativa, nel ritmo… E, soprattutto, è avvenuto che una parte del pubblico, nonché un insieme di giovani autori, hanno acquisito la propria cultura grafica con i manga. Altro elemento di evoluzione, e che avrà ripercussioni in futuro, è l’intrusione dell’informatica. Che provoca un netto abbassamento dei costi di produzione per gli editori, e una reale evoluzione nella colorazione degli albi. Si tratta di una tecnica in corso di generalizzazione. Ora, i giovani coloristi apprendono il lavoro su questo supporto, e i "vecchi" si riconvertono. Gli autori e gli editori che fino a cinque anni fa erano reticenti lo sono sempre meno. Bisogna dire che è rapido, economico e che evita parecchie fasi intermedie"

frammenti intervista a Philippe Caza tratti da qui

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