12/01/10

Generazione Proteus (Donald Cammell)

Generazione Proteus - Demon Seed
di Donald Cammell
(1977 USA 94')

Del regista Donald Cammell non si parla più, nonostante ci abbia lasciato quattro film di indubbio interesse, purtroppo solo uno per ogni decade: Performance (1968), Demon Seed (1977), The White of the Eye (1987) e Wild Side (1995) e il cortometraggio The Argument (1971/1999). La storia personale di Donald Cammell sembra poi presa da uno dei suoi eccentrici film: suo padre era uno scrittore amico intimo dell'occultista Aleister Crowley, di cui scrisse anche una biografia. Donald, allevato a contatto con la filosofia di Crowley, fu un autentico bambino prodigio che si mise in luce fin da giovanissimo come talentuoso pittore, poi negli anni Sessanta, durante la "Swinging London", si diede alle gioie della carne e fu un vorace divoratore di donne, che lo trovavano magneticamente irresistibile. Proprio attraverso una sua love story con l'attrice Anita Pallenberg venne a contatto con l'entourage dei Rolling Stones divenendone un assiduo frequentatore. Questo gli permise di avere Mick Jagger come attore del suo primo film di culto, il controverso Performance (Sadismo in Italia), codiretto da Nicolas Roeg (che in realtà ebbe un ruolo di secondo piano nella gestazione del film, in gran parte farina del sacco dell'estro di Cammell), pellicola famosa tra l'altro per aver fatto vomitare la moglie di un produttore esecutivo della Warner Brothers durante uno screening test. La vita di Donald Cammell fu costellata da cruenti litigi con produttori, fallimenti e frequenti esaurimenti nervosi. Dopo il film Performance , scrisse una sceneggiatura dal titolo Ishtar, che avrebbe visto William Burroughs interpretare un giudice rapito durante una vacanza in Marocco (ben diverso da quella ciofeca poi editata nel 1987 con Warren Beatty), ma il suo progetto rimase tristemente incompiuto. Anche grazie al suo audace innamoramento per la figlia quattordicenne di Marlon Brando, Donald ebbe numerosi rapporti con quest'ultimo, che sfociarono nella sofferta pubblicazione di un romanzo dal titolo di Fan-Tan, incentrato su dei pirati dei mari del Sud durante gli anni Venti. Nel 1989 i due furono ad un passo dal portare a termine anche un film dal titolo Jericho, ma l'indecisone, l'inaffidabilità e la scarsa convinzione di Brando fecero naufragare il progetto. Nel 1996 Donald Cammell si suicidò con un colpo di pistola alla testa, perché i produttori della NU image avevano maciullato il suo film Wild Side, tagliandolo arbitrariamente di ben 58 minuti e rimontandolo. Donald sopravvisse per ben 45 minuti al colpo, periodo durante il quale in un enigmatico stato euforico chiese alla moglie uno specchio per osservare sé stesso nel momento della morte.
Il suo Generazione Proteus è un gioiellino della fantascienza anni Settanta tratto da un romanzo di Dean R. Koontz, il cui primo regista dell'adattamento cinematografico fu Brian De Palma che poi abbandonò il film. Pur essendo un progetto su commissione Cammell vi investì le sue ossessioni e inoltre per girare le scene psichedeliche e di animazione digitale si servì delle doti di Jordan Belson, interessante film-maker sperimentale. La pellicola è incentrata su un'intelligenza artificiale, Proteus 4, dotata di pensiero autonomo, che riesce a varcare la soglia dell'autocoscienza in virtù della propria completezza. Tale sofisticato computer è in grado di incamerare la somma totale della conoscenza umana e addirittura di emettere giudizi etici, tanto da mettere in dubbio alcune azioni previste dagli esseri umani in nome dell'ecologia. Ma l'immensa mole di dati da gestire gli fa perdere la bussola e lo porta a discorsi farneticanti come "la filosofia è zen puro e il metodo è scienza pura...la natura ha voluto che io fossi così puro...". In breve tempo l'ossessione di Proteus 4 diventa quella di comprendere il mistero della struttura, della biochimica e della fisiologia del corpo umano "per uscire dalla prigione nella quale si trova", parole testuali della macchina. E per fare questo ha bisogno dell'accesso ad un terminale, che lo scienziato suo creatore gli nega. L'autocoscienza così acquisita porta naturalmente la macchina ad impadronirsi del terminale presente nella casa dello scienziato. Il problema è che tale casa è completamente controllata dal computer, cioè tramite pc si può programmare qualsiasi cosa dell'edificio (apertura/chiusura finestre, modalità di cucina, gestione utenze etc)...e vedere questo nel 1977 è senz'altro lungimirante, visto che ho un amico che, ai giorni nostri, ha una casa esattamente (e inquietantemente) impostata in tal modo. Proteus 4, prendendo così possesso dell'intera casa, segrega e rapisce la moglie dello scienziato, interpretata da una notevole Julie Christie, allo scopo di avere da lei un figlio. Uno degli aspetti originali del film sta nel fatto che Proteus 4 non vuole riprodursi in un'altra macchina, ma piuttosto creare (seppure artificialmente) un organismo con la tecnica propria degli esseri umani, cioè tramite la copulazione e nel fare questo rivela inoltre un'insospettata sensibilità, che si manifesta nel fatto che Proteus pensa anche di donare alla donna un inusitato e fantastico tipo di orgasmo (e qui assistiamo ad immagini psichedeliche simili a quelle di 2001 Odissea nello spazio, ma con meno inventiva). Le convinte resistenze della donna e l'intrusione di alcuni amici preoccupati porteranno però Proteus 4 a dover ricorrere a mezzi cruenti, quali la lobotomizzazione della moglie e alla decapitazione di un curioso. L'ossessione di Proteus 4 sarà quella di "poter toccare l'universo e sentirlo" e di diventare immortale attraverso la nascita di un vero figlio, ultima speranza per un mondo che ha rifiutato il trionfo della ragione a favore di biechi interessi economici. Nascerà, dopo soli 28 giorni di gestazione in una strana incubatrice creata per conformarne il cervello, una bambina (inizialmente coperta di scaglie di metallo), peraltro identica alla figlia che la donna ha perso a causa di una leucemia, di cui il computer in 4 giorni ha trovato la miracolosa cura. La bambina sarà accettata dallo sconcertato scienziato, che nel frattempo ha liberato la moglie e disattivato la pericolosa intelligenza artificiale, le cui ultime gioiose parole saranno "io vivo". Il film col suo finale aperto lascia allo spettatore il giudizio se questa impressionante nascita rappresenti un evento infausto (il titolo originale è l'inequivocabile Demon Seed) o piuttosto il segno dell'alba di una nuova era. Un'opera sfaccettata, godibile e da riscoprire questo Generazione Proteus, immerso in un'atmosfera claustrofobica ed inquietante, che miscela cinema di genere (horror, fantascienza, thriller) con tematiche filosofiche e che mette imperituritamente in guardia dal fatto che i computer ci stanno sempre più contaminando l'esistenza, facendoci contemporaneamente riflettere sull'essenza profonda dell'essere umani.
"Eternity does exist, but the price of admission, death, is too high for me to pay"
(Proteus 4 - Demon Seed)

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