18/12/09

Mo aka The Boxer's Omen (Shaw Brothers 1983)

Mo aka The Boxer's Omen
di Chih-Hung Kuei (1983 HK 105')
Non conosco la produzione degli studi Shaw Brothers,
ma devo ammettere che il vedere questo delirante e
pirotecnico horror mi ha messo la curiosità di visionare
altre pellicole del filone. Siamo di fronte ad un film
decisamente farneticante incentrato sull'eterna lotta,
senza esclusione di colpi, tra le forze del bene e quelle
del male.
E' come se il film prodotto dagli Shaw Brothers
scaturisse da un bad trip all'LSD dello Jodorowsky
degli anni Settantamiscelato con il gusto per l'osceno
del John Waters di quei tempi.
Si parte con un violento incontro di Thai Boxe, in cui
ad uno dei lottatori viene fratturata una vertebra
cervicale in maniera scorretta.
Il fratello dell'atleta, tra il pubblico del match,
cercherà immediatamente di organizzare la
vendetta, ma sarà frenato dalla comparsa inaspettata
di una visione di una presumibile divinità buddista.
Da questo punto del film in poi il suo destino sarà
legato a doppio filo con questo monaco deceduto
e ora mummificato e adorato da altri monaci
(i due dovrebbero essere stati gemelli in un'altra vita,
secondo le parole della divinità mummificata...).
Il protagonista deciderà così di farsi monaco taoista
per ottenere una sacrosanta vendetta, ma uno stregone
delle forze del male, avvalendosi di fantasiosi riti
magici farà di tutto per impedirglielo.
E così assisteremo ad ogni genere di bizzarria tra cui
uomini che vomitano murene, scheletri di teste di
coccodrillo da cui escono pipistrelli, alieni del male
originati da poltiglie di yogurt, mummie cucite dentro
carcasse di coccodrillo, larve che divorano ogni cosa,
topi e serpenti a iosa, strani e minacciosi animaletti
animati a passo uno e le bellezze di Kathmandu.
Il richiamo al Buddhismo e alla sua filosofia nel film è
notevole (comprensivo di svariati momenti di preghiera
e meditazione) e l'uso dei veri templi (tra Thailandia,
Hong Kong e Nepal) è decisamente suggestivo.
Ma gli effetti speciali sono decisamente rozzi e
discretamente disgustosi e la stramba miscela di
scenografie e trucchi non fa altro che accrescere il
fascino malsano della pellicola.
Non mancano nudi frontali e scene di sesso bollente,
abbastanza audaci per l'epoca.
Tutto il film è comunque pervaso da colori rutilanti
e scenografie mozzafiato, che contrastano non poco
con l'idiozia della trama e di alcune sequenze.
Insomma, in fin dei conti, il divertimento è
assicurato e il film va scoperto per alcune assurde
invenzioni visive.
Si devono però astenere accuratamente i cinefili
convinti che il premio Oscar serve ad individuare
i film migliori di ogni anno...

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