25/10/09

Novembre 2009 al Clan Destino

NOVEMBRE 2009 AL CLAN DESTINO

Domenica 8 Novembre ore 21.30
Dillinger
di John Milius
(1973 USA 96')
“Vi sta rapinando la banda di John Dillinger, la migliore sulla piazza: coi pochi dollari che perdete oggi, vi ritrovate un'avventura da raccontare per tre generazioni. Questo è uno dei grandi momenti della vostra vita. Se vi muovere, è l'ultimo...” Così dice Warren Oates nei panni di John Dillinger. Gangster movie ed ottimo esordio alla regia per lo sceneggiatore John Millius, Dillinger è la storia della lotta senza quartiere tra il celebre rapinatore e Melvin Purvis l'agente che gli diede la caccia accanitamente. Il film non dà giudizi morali ma si limita ad un crudo resoconto cronachistico, realizzato con immagini di grande impatto, ritmi vertiginosi ed un ottima prova del cast. Finora sono stati diciassette i film per la televisione o per il cinema dedicati alla vita di John Dillinger; il diciottesimo, Nemico Pubblico, diretto da Michael Mann con Johnny Depp nei panni del famoso criminale, è ora nelle sale cinematografiche. A voi fare il confronto.

Domenica 15 Novembre ore 21.30
Sukiyaki Western Django
di Takashi Miike
(2007 GIAP 120')
Anteprima con Quentin Tarantino. A centinaia di anni dalla battaglia di Dannoura, i clan dei Genji e degli Heike si fronteggiano di nuovo in una povera città di montagna in cui aleggia la leggenda di un tesoro sepolto. Yoshitsune comanda i suoi Genji vestiti di bianco, mentre Kiyomori capeggia gli Heike, in abiti rossi. Un bandito solitario, oppresso da un carico di ferite emotive e dotato di un incredibile talento, giunge per caso in città. Le aspettative entrano in contrasto quando i personaggi principali si chiedono a quale gruppo si unirà il bandito. Trucchi sleali, tradimenti, desideri e, infine, l’amore, si susseguono caoticamente finché la situazione non esplode in un chiarimento conclusivo. Il film è un omaggio al western all'italiana, il prolifico Miike ha infatti dichiarato di aver sempre desiderato dirigere uno spaghetti-western, che vedeva sempre in televisione quando era bambino, in compagnia di suo padre.

Domenica 22 Novembre ore 21.30
Io sono un evaso
di Mervyn LeRoy
(1932 USA 93')
Un innocente evade dal penitenziario, e cerca di rifarsi una vita, Preso, evade una seconda volta, e si costringe a vivere nel buio, come un animale braccato, diventando un fuorilegge. Fu uno dei capolavori del primo cinema rooseveltiano, per il suo incorrotto realismo e la profonda aspirazione alla libertà di cui era portatore: “le sue scene di brutalità, le compagnie di forzati, la fuga, l’interpretazione di Paul Muni erano tutte cose notevoli. Vi era, indimenticabile, l’ultima sequenza nella quale Muni, in penombra, rispondendo alla domanda della sua amante: ‘Come vivi?’, sussurrava: ‘Rubo!’, ritraendosi subito dopo nella oscurità. Il profondo messaggio sociale del film, la schiettezza dei suoi propositi, l’eliminazione di qualunque concessione commerciale e l’alto livello di tutta la realizzazione lo resero un’opera di convincente valore. (Lewis Jacobs)

Domenica 29 Novembre ore 21.30
Hunger
di Steve McQueen
(2008 GB/IRL 96')
Irlanda del Nord, prigione di Long Kash, 1981. Nel blocco H sono rinchiusi i carcerati di fede repubblicana che mettono in atto la protesta del "blanket protest" e del dirty protest", proteste delle coperte e dello sporco, per riottenere lo status di prigioniero politico. Tra di loro Bobby Sands, attivista dell’IRA, intraprende uno sciopero della fame...Film di esordio duro, intenso ed epico per il video artista inglese Steve McQueen, le cui opere sono state esposte nei musei di tutto il mondo, che si cimenta con un argomento difficile, in cui gli aspetti storici - la guerra in Irlanda - e la tragedia personale di Bobby Sands si mescolano trascinando lo spettatore in un vortice di violenza e sofferenza. McQueen usa la macchina da presa, alternando linguaggi diversi con immagini sempre drammatiche che descrivono senza mai esprimere alcun giudizio politico. In tempi in cui le missioni suicide sembrano essere il pane quotidiano dei telegiornali, ripercorrere la vicenda di Bobby Sands acquista un valore simbolico proprio per il lungo protrarsi della sua protesta, che lo ha portato a essere conosciuto in tutto il mondo come una figura emblematica, icona di coraggio ed eroismo. Il corpo diventa per Bobby Sands l’estremo strumento di protesta, un "luogo di conflitto politico". Dopo di lui lo sciopero della fame divenne un sistema di lotta a cui si sacrificarono altri giovani repubblicani, che tuttavia non riuscirono mai ad ottenere lo status di progioniero politico per cui lottarono sacrificando la vita. Vincitore a Cannes della Caméra d’Or nella sezione Un certain Regard (recensione tratta e riassunta da NonSoloCinema, per approfondire andare qui).

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