02/09/09

Il castigo dell'orgoglio e Colombotto Rosso

A quei meravigliosi tempi quando
rigogliosa fiorì la Teologia
con energia, raccontano che un giorno
un dottor, fra i più grandi - dopo avere
sforzato i cuori indifferenti; averli
rimescolati nelle loro nere
profondità; dopo aver superato
strani sentieri alle celesti glorie;
che lui stesso ignorava, a cui soltanto
puri Spiriti forse eran venuti -
come chi sale troppo in alto, preso
dal panico, esclamò, vinto e esaltato
da un orgoglio satanico: "Gesù,
o piccolo Gesù, t'ho posto in alto!
Ma se attaccarti nel tuo lato debole
voluto avessi, l'ignominia tua
sarebbe stata pari alla tua gloria,
e tu saresti un feto derisorio!".
Subito la ragione lo lasciò.
D'un nero velo si coprì la fiamma
di quel sole; irruppe tutto il caos
in quella intelligenza, un tempo vivo
tempio, in cui tutto era ordine e opulenza,
e sotto i cui soffitti tanto fasto
aveva scintillato. In lui il silenzio
prese dimora con la notte, come
in una cella la cui chiave è persa.
Da allora egli fu simile alle bestie
di strada, e quando andava ciecamente
per le campagne, senza riconoscere
le estati dagli inverni, sporco, inutile,
brutto come una cosa logorata,
zimbello era, e la gioia dei ragazzi.
(Charles Baudelaire)

Opera di Colombotto Rosso

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