11/11/08

Violenza per una giovane (Luis Bunuel)

Violenza per una giovane - The Young One
di Luis Buñuel
(1960 USA/MEX 96')
con Zachary Scott, Bernie Hamilton, Key Meersman, Crahan Denton, Claudio Brook

Unico film girato con produzione statunitense ed in lingua inglese dall'esule Buñuel, che non perde un'ottima occasione per far saltare in aria tutti gli stereotipi e scardinare sottilmente alcuni radicati pregiudizi della cultura americana. In un'isola del Sud degli Stati Uniti, una giovane adolescente orfana di nome Evie perde improvvisamente il nonno, suo unico tutore e custode dell'isola, trasformata dal nascente capitalismo in riserva di caccia per annoiati ricconi. La ragazza rimane così nelle mani del severo e brusco guardiacaccia Miller, unico altro abitante dell'isola, che però non tarda molto ad accorgersi dell'esuberante sensualità che sta sbocciando dall'inconsapevole fanciulla. Le cose si complicano quando nell'isola naufraga un nero di nome Traver, ricercato sulla terraferma per il presunto stupro di una donna bianca. Dopo un giorno passato a vagabondare sull'isola, nutrendosi di granchi vivi, il nero trova le tracce degli unici abitanti dell'isola e il caso vuole che sia proprio lo stesso giorno in cui il guardiacaccia è tornato sulla terraferma per fare rifornimento di benzina e viveri. L'incontro con la splendida Evie potrebbe sfociare in tragedia, invece il nero si dimostra un autentico gentiluomo, che cerca solo un fucile, viveri e benzina e che per giunta è disposto a pagare una cifra considerevole per averli. La giovane rimane molto colpita dalla gentilezza dell'estraneo, che si dimostra anche un eccellente musicista jazz, allegro suonatore di clarinetto. Tornato alla sua barca dopo aver mangiato e fumato un presumibile spinello, il nero la danneggerà con un colpo di fucile partito per sbaglio. Traver tornerà così dalla ragazza per cercare l'occorrente per ripararla, trovandola nel frattempo intenta a lavarsi sotto una doccia allestita all'aperto. Il suo turbamento alla vista del corpo della giovane avvolto da un asciugamano sarà notevole, ma il raziocinio e la buona creanza gli permetteranno di resistere alla evidente tentazione. Traver tornerà così alla barca con l'intento di sistemarla e ripartire il più velocemente possibile. Al ritorno del guardiacaccia, Evie gli racconterà tutta la storia, tralasciando il fatto che per il disturbo le siano stati dati ben venti dollari. Partirà così una feroce caccia al negro, considerato come ladro infame, che porterà al suo tentativo di omicidio da parte di Miller. Dopo una serie di aspri contrasti, i due concorderanno un armistizio: Traver potrà restare sull'isola per il tempo necessario a riparare la barca, a condizione però che egli collabori nel portare a termine i numerosi lavori della fattoria. La nuova sistemazione porterà però Evie a dormire nella stessa baracca di Miller e questo sarà fatale per la sua tenera innocenza. La crudeltà del mondo si impossesserà così dell'ingenua fanciulla, ma lei ne uscirà apparentemente senza capire cosa le sia realmente successo. Interessante come in una sequenza limitrofa a quella (fuori campo) dello stupro si veda un tasso penetrare in un pollaio e divorare selvaggiamente una gallina, chiara metafora della ferocia istintuale insita nella natura, anche in quella umana. Il giorno seguente sbarcheranno sull'isola altri due personaggi, il reverendo e il barcaiolo Jackson, portando con sé l'idea per un innovativo progetto riguardante una speculazione edilizia architettata dalla chiesa al fine di sfruttare l'isola a fini turistici, ma porteranno anche la notizia della fuga dalla città di un negro accusato di stupro. Immediatamente la furia razzista dello spietato Jackson e di Miller si scatenerà, rinnovando l'ennesima caccia all'uomo, scappato nel frattempo. Va notato come, nella visione del regista, il reverendo non sia estraneo al pregiudizio razziale, chiedendo infatti di voltare il materasso su cui ha dormito il negro il giorno precedente, in quanto infastidito dall'odore di quest'ultimo. Il pastore si preoccuperà comunque di Evie, portandola con l'inganno a battezzarsi sulle acque del fiume e scoprirà poi della violenza subita dalla giovane. Traver verrà catturato, picchiato e legato ad un palo, ma proclamerà continuamente la sua innocenza, nonostante le torture subite. La sua salvezza arriverà grazie al reverendo che, sentendo la storia e il nome della donna presunta stuprata, si convincerà della sua innocenza e arriverà invece a ricattare Miller per la sua terribile condotta. Notevoli i motivi di interesse della pellicola, primo fra tutti la figura di Evie, tenera inconsapevole lolita, dotata di uno sguardo penetrante e di una recitazione straniata, che non può non richiamare analoghi personaggi, protagonisti dei film di Robert Bresson. In secondo luogo il film smaschera due facce oscure del razzismo, che in Miller viene vissuto e subito come un'imposizione naturale derivante dalla cultura e dalla società; mentre in Jackson si evidenzia l'aspetto più ottuso e inguaribile della mentalità razzista, per la quale il negro non può essere considerato un essere umano, in quanto completamente privo di anima. Infatti vedremo Jackson trattarlo come un animale, provandone quasi pietà, portandogli l'acqua e una sigaretta prima della possibile esecuzione finale. Miller lungo lo svolgersi del film, invece, riuscirà a riconoscere il lato umano del "diverso", arrivando a vedere in lui caratteristiche affini e forse a trovare (nel finale) una sorta di fratellanza, in mezzo alle intemperie della vita. Lo stesso Traver è tratteggiato non come un eroe, ma come un essere umano problematico e complesso, non tutto positivo né tutto negativo. Figura quindi molto diversa da quella del "nero buono e dolce" raffigurato in quegli anni nel cinema di Hollywood ed infatti la pellicola di Buñuel, quando proiettata ad Harlem, causò vibranti proteste della comunità di colore, sfociando in minacce di impiccagione per l'incauto regista, che aveva osato ritrarre Traver non propriamente come un eroe senza macchia. Il capitalismo, poi, nel film è il vero e proprio demone corruttore: la natura è stata resa proprietà privata e anche l'innocente Evie è ormai sensibile solo ai richiami del denaro, essendo apparentemente disposta a tutto pur di avere in cambio banconote e oro. In tal senso, nell'inquietante finale, la vediamo vestita elegantemente, pronta a imbarcarsi per la terraferma, saltellando allegramente sul pontile sopra le sue nuove scarpe col tacco alto (precedente regalo di Miller) Evie appare fremente, con un'evidente voglia di conquista in testa, immagine che non può non richiamare alla mente la condizione femminile attuale, con l'immagine della donna forse irreparabilmente "velinizzata".

“Io voglio far sentire allo spettatore più comune che non vive nel migliore dei mondi possibile” (Luis Buñuel)

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