07/12/07

Bad Taste

Bad Taste
di Peter Jackson (1987 Nuova Zelanda 87')
con Terry Potter, Pete O'Herne, Craig Smith,
Mike Minett, Peter Jackson, Doug Wren.

Nei primi anni Novanta fu un vero terremoto l'uscita in Italia di questa opera prima dell'allora sconosciuto Peter Jackson...mandò letteralmente in visibilio decine di cinefili dallo stomaco forte...la gracchiante videocassetta del film passava vorticosamente di mano in mano per ripetere il rito della sogghignante visione...mi ricordo che i miei genitori in un monotono pomeriggio invernale, in mia assenza, andarono in camera mia e recuperarono un film per allietarsi la giornata, per mia disgrazia presero proprio la vhs di "Bad Taste" (tra qualche centinaio di VHS che posssedevo! invece di Bergman e Mizoguchi!)...spensero dopo poche decine di minuti dall'inizio del film, turbati e nauseati, chiedendosi allarmati chi ero in realtà...indubbiamente "Bad Taste" è un film che non si riesce a guardare oppure inevitabilmente finisce per divertire e farsi apprezzare per la fantasiosa e rutilante regia e per la saggia volontà di non prendersi seriamente, ironizzando su un genere che non riesce più a far paura da tempo, assuefatti come siamo ai reali orrori quotidiani del mondo.
Inquadrature sghembe, paesaggi ammalianti e trovate straordinarie e sorprendenti fanno di questo film una delle migliori commistioni tra il cinema estremo, l'umorismo demenziale ed il gusto del non-sense.
La storia ricorda le trame dei film americani di fantascienza degli anni Cinquanta e descrive l'invasione della terra, partendo da un piccolo paese neozelandese, da parte di alieni che hanno l'intenzione di utilizzare la carne umana per aprire una fruttuosa catena di fast-food intergalattica. Il film è una trafila infinita di truculenze, smembramenti e assurdità varie, ma il tutto è condito con una raffica di gag demenziali e sottilmente geniali che ne arricchiscono e alleggeriscono la visione.
L'atmosfera parodistica è dominante e serve al talentuoso Jackson come trampolino di lancio per sfoggiare i suoi vertiginosi virtuosismi con la macchina da presa, che in alcuni momenti pare letteralmente impazzita, seguendo le gesta di eroi improbabili (costantemente schizzati di sangue e materie organiche) e alieni ritardati e massacrati nella migliore tradizione delle assurde rambate americane, all'epoca tanto in voga, qui spernacchiate senza pietà. Da notare come il film sia stato prodotto con i, peraltro miseri, fondi statali neozelandesi, girato in quattro anni da un gruppo di amici durante i fine settimana. Il regista, vero camaleonte, interpreta due ruoli, rendendosi quasi irriconoscibile. Nella locandina c'è la risposta a chi non ha apprezzato.

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