19/10/07

TETSUO

TETSUO
di Shinya Tsukamoto
1989 GIAP b/n 67’
con Tomoroh Taguchi, Kei Fujiwara,
Nobu Kanaoka, Shinya Tsukamoto


Allucinazioni psichiche in questo cult di mezzanotte, antesignano del cyber-punk cinematografico, con uno “stile a metà tra il fumetto e un cut-up di Burroughs”.
Quest’opera decreta la nascita di un talento visionario fortemente debitore di David Cronenberg (in primis per il tema delle mutazioni e della fusione tra l’organico e l’inorganico, tra la carne ed il metallo), ma in possesso di una tecnica di ripresa personale, originale e molto innovativa.
Il film è infarcito di immagini ipercinetiche ed ermetiche, veri e propri squarci della percezione, il tutto condito da una forte componente sessuale (l’acme in tal senso è raggiunto nella scena dell’amplesso con il fallo - trivella...).
La trama è oscura, comunque riguarda la metamorfosi di un tranquillo impiegato della metropoli giapponese (l’inizio della sua dolorosa mutazione è sancito dallo spuntare di un pelo a forma di vite) e la sua lotta mortale contro un suo simile che si è sottoposto ad un auto-innesto di un tubo metallico al posto del femore. Le conseguenze di questa sfida sono portate all’estremo, via via si assiste all’inglobamento da parte del protagonista di ogni oggetto metallico, fino ad arrivare alla fusione dei due rivali, così trasformati in un ammasso di ferraglia traboccante di cannoncini e armi da fuoco, che si dirigerà minacciosa verso Tokyo per distruggerla. E’ soprattutto questo finale che evidenzia l’intenzione da parte del regista di trasportare in pellicola la visionarietà tipica dei manga giapponesi.
Girato in un affascinante bianco e nero il film è totalmente opera di Tsukamoto, che è anche autore della fotografia, del montaggio, delle scenografie e degli effetti speciali. Altre influenze del film si possono scoprire in J.G. Ballard e nel suo Crash (molto bella la sequenza di apertura dell’incidente automobilistico sottolineata da una musica alla Scorsese), in Sam Raimi e nel Lynch di Eraserhead.
Nel 1992 Tsukamoto ne ha girato il seguito - remake a colori, rendendo più chiara la storia, ma eliminando la componente sessuale che pervade questa versione.
Recensione di Roberto Fusco qui

"Gloria e Vita alla Nuova Carne"
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