20/10/07

Moloch

Moloch
di Aleksandr Sokurov
(1999 Rus/GER/GIAP/ITA/FRA 108')

Conturbante ed ipnotizzante quest'opera del geniale filmaker russo Aleksandr Sokurov, uno dei pochi cineasti ancora in grado di spiazzare e freddare lo spettatore ed allo stesso tempo di riuscire ugualmente ad intrigarlo e compenetrarlo con il suo singolare delirio figurativo/politico/filmico.
Il film é tutto incentrato su 24 ore di intimità tra Eva Braun, Hitler ed i suoi collaboratori più stretti Goebbels e Martin sulle Alpi bavaresi nella primavera del 1942. Una giornata passata tra pranzi, ingenui giochetti e deliranti discussioni in un’atmosfera rarefatta e verdastra, da Olimpo degli Dei, mentre in lontananza si odono le urla e i lamenti dell’allucinante massacro. Il linguaggio cinematografico del film é il più originale che ancora arrivi nelle nostre sale (da urlo i primi 10 minuti), certamente la storicità della trama non é molto attendibile, ma fare Cinema non é fare scialbi documentari triti e ritriti e Sokurov riesce ad esprimere con un'opera di finzione tutta l'idiozia malata e il terrificante senso di onnipotenza insito nel regime nazista e nel suo terribile Fuhrer. Proprio per questi motivi il film viene ad essere quasi un gemello speculare, certo meno disperatamente estremo, del Salò di Pier Paolo Pasolini.
L'ossessione della morte, della decomposizione, della malattia pervadono l'intera pellicola e l'inquietante Fuhrer, rappresentato nel privato, si rivela come un uomo stritolato dalle convenzioni e immerso nella sua labirintica follia. Eva Braun (una bravissima Elena Rufanova) ne è l’ingenua compagna, l’unica che osi contraddire questo Moloch, facendone così emergere l’intima natura di isterico, paranoico, ipocondriaco. Il film, ricco di situazioni assurde e dialoghi deliranti, ha il coraggio di essere sgradevole nelle tematiche e nei personaggi e la forza di essere affascinante e sorprendente nell'utilizzo del mezzo cinematografico (impressionante la perfezione delle inquadrature!), praticamente dalla parte diametralmente opposta rispetto a "pellicole" furbe e calcolate come il deprimente "La vita é bella".

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